I trattori ad Arcore contro il decreto quote latte. Agricoltura spaccata

“E’ un decreto inaccettabile e le modifiche che sono state introdotte dalla Commissione Agricoltura del Senato non cambiano nulla. Il provvedimento resta fortemente penalizzante per gli allevatori che in questi anni hanno rispettato le regole, anche attraverso onerosi investimenti. Non possiamo, quindi, che essere solidali con i produttori in lotta. Condividiamo e appoggiamo la protesta che oggi si svolge ad Arcore e Gemonio”. Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi che ribadisce il suo netto dissenso al decreto legge nelle quote latte del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia.

La Cia sulla mobilitazione – “La mobilitazione degli allevatori che si sta svolgendo da alcune settimane in tutta Italia ha tutta la nostra solidarietà. Oggi – afferma Politi – siamo vicini ai produttori della Cia e della Confagricoltura, che protestano ad Arcore e Gemonio, ma anche a quelli che stanno manifestando in tutta Italia. Iniziative civili attraverso le quali si intende ribadire la netta contrarietà al decreto, sollecitandone un’adeguata revisione parlamentare; ma anche riaffermare l’esigenza di una valida tutela del latte italiano e dell’intera zootecnia del nostro Paese. Da parte nostra non c’è alcuna strumentalizzazione, nè alcun atteggiamento demagogico. La nostra è un’azione incisiva in difesa degli interessi dei produttori onesti che hanno rispettato le norme Ue dello Stato italiano”. “Per questo motivo la mobilitazione che abbiamo avviato nelle scorse settimane – ha rilevato il presidente della Cia – proseguirà incessante. Arriveremo fino alle sedi giudiziarie competenti se non si otterranno, dal Parlamento, le modifiche al decreto che abbiamo sottoposto al governo, alle Regioni, agli enti locali e alle varie forze politiche”. “Quello che è avvenuto la scorsa settimana in commissione Agricoltura del Senato -ha sostenuto Politi- ci ha profondamente deluso. Gli emendamenti introdotti non rispondono né alle richieste degli allevatori né alle indicazioni venute dalle Regioni. Chiediamo, pertanto, un impegno deciso da parte dei gruppi parlamentari. Ci vogliono modifiche sostanziali che tengano conto delle reali esigenze dei produttori che sono stati alle regole”.

Adesione di Confagricoltura – Piena adesione del presidente Federico Vecchioni e della Giunta Esecutiva alla mobilitazione dei trattori di Confagricoltura e Cia della Lombardia organizzata per il 2 marzo ad Arcore e Gemonio, per raggiungere le residenze del presidente del Consiglio e del ministro Bossi. Una manifestazione che nasce per esternare al mondo politico l’assoluta contrarietà degli allevatori al decreto  legge sulle quote latte.

Battaglia sacrosanta – “Quella dei produttori – ha rimarcato il presidente della Confagricoltura Vecchioni – è una battaglia sacrosanta per evitare una gravissima ingiustizia che viene mascherata per equità. Non accettiamo di porre sullo stesso piano chi ha sempre rispettato le leggi e chi ha voluto scientemente stare nell’illegalità”. Federico Vecchioni partecipa al corteo di Arcore, parlando agli allevatori convenuti – assieme al presidente della Confagricoltura e della Cia di Lombardia Franco Bettoni e Mario Lanzi – nel comizio di chiusura. “Gli organi nazionali di Confagricoltura – ha ricordato il suo presidente – hanno deliberato di dare fiducia al Parlamento ed al Governo per raddrizzare la rotta di un provvedimento che è iniquo. Ci attendevamo e continuiamo ad attendere importanti modifiche in sede di conversione in legge. Fino ad ora le nostre attese sono andate deluse, per questo proseguiremo nelle nostre iniziative di contrasto”. "E’ importante – ha aggiunto il presidente Vecchioni – che gli agricoltori sappiano chi sta difendendo, in sede parlamentare e sindacale, i reali interessi delle loro imprese e della zootecnia”.

Per Coldiretti manifestazione è demagogica – Rappresentiamo da soli oltre il 60 per cento degli allevamenti da latte in Italia e ci sentiamo addosso tutta la responsabilità di agire con serietà e coerenza per risolvere concretamente i problemi della nostra gente. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che portare i trattori ad Arcore ha il forte sapore della demagogia che il tempo giudicherà. Rispettiamo ogni forma di protesta, ma – ha affermato il presidente della Coldiretti – siamo preoccupati e dispiaciuti che i problemi degli allevatori vengano utilizzati per questioni politiche o per regolare i conti all’interno di una singola organizzazione. La Coldiretti – ha precisato Marini – è impegnata come sempre per garantire  trasparenza, legalità e giustizia. In Commissione Agricoltura del Senato sono state già approvate importanti modifiche al decreto sulle quote latte che noi continueremo a sostenere e migliorare nell’iter parlamentare.

La ricetta di Coldiretti – Per il Presidente della Coldiretti Sergio Marini “ in Italia salveremo le stalle da latte solo se avremo una etichetta chiara nel latte a lunga conservazione e nei formaggi per distinguere ciò che è italiano da ciò che è sfacciatamente spacciato come italiano. Una necessità che – ha concluso Marini – va accompagnata da norme e controlli per azzerare il commercio di  latte in nero e latte irregolare che genera concorrenza sleale e incertezze tra i produttori e dalla riduzione della forbice tra prezzi pagati dal consumatori e quelli riconosciuti agli allevatori che la Coldiretti è impegnata a realizzare con il progetto di filiera tutta agricola ed italiana, firmata dagli agricoltori.

 

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