Nuova politica del lavoro e riduzione dei costi per uscire dalla crisi

Una nuova politica del lavoro che tenga conto dei problemi dell’agricoltura; riduzione dei costi contributivi e fiscali che gravano pesantemente sulle imprese; un impegno forte e congiunto per rafforzare i rapporti della filiera agroalimentare; un’azione comune ed incisiva per una riforma della Politica agricola Ue che risponda efficacemente alle esigenze degli agricoltori dopo il 2013; i lavoratori immigrati sono essenziali per la nostra agricoltura; non ci sono giustificazioni per chi sfrutta gli immigrati e in generale i soggetti deboli del mondo del lavoro; i voucher sono uno strumento utile per fare emergere lavori di tipo occasionale, ma non bastano perché il lavoro agricolo dipendente non è solo quello occasionale, ma anche quello a tempo indeterminato, determinato e stagionale. Sono questi alcuni dei concetti espressi oggi, a Roma, dal presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi intervenendo alla tavola rotonda “Il lavoro al centro dell’agricoltura europea”, svoltasi nell’ambito del quarto congresso della Uila.

Esigenze – “E’ indispensabile operare -ha detto Politi- per un mercato del lavoro che venga realmente incontro alle necessità delle imprese agricole che stanno vivendo una fase di drammatica crisi. Bisogna soprattutto intervenire sul fronte dei costi. Occorrono una stabilizzazione della fiscalizzazione degli oneri sociali e concreti incentivi alle imprese che strutturano, che aumentano l’occupazione e che sono virtuose nell’ambito della sicurezza sul lavoro. Tutte richieste -alcune delle quali sono addirittura legge- contenute negli Avvisi Comuni sottoscritti e che attendono attuazione”. Per il presidente della Cia è importante un rafforzamento dei rapporti di filiera fra tutti i vari soggetti in modo da superare gli attuali gravi problemi e nello stesso tempo occorre lavorare “con azioni comuni per delineare una riforma della Politica agricola europea che dopo il 2013 sia in grado di tutelare e valorizzare l’attività delle imprese”. “Chiediamo da tempo -ha affermato Politi- una verifica sulla legge Bossi-Fini che consideriamo insoddisfacente dal punto di vista dell’inserimento al lavoro e dell’integrazione degli stranieri poiché troppo concentrata sull’aspetto contenitivo del fenomeno immigrazione”.

Rosarno – Soffermandosi sulla vicenda di Rosarno, il presidente della Cia ha ribadito la condanna verso i fenomeni di sfruttamento. “L’unica cosa possibile da fare è quella di costruire e istituzionalizzare (e non solo a Rosarno) il confronto tra Stato, mondo delle associazioni e sindacati e governi locali su temi di fondamentale importanza, quali le politiche di integrazione (servizi sociali, abitazioni, sanità, scuole) e il mercato del lavoro. Testimoniare e far percepire la presenza delle istituzioni e dei soggetti della rappresentanza avrebbe un duplice effetto positivo: non far sentire sole le imprese e i lavoratori che operano nel rispetto delle regole e che sono in sofferenza per la concorrenza sleale innescata da chi elude le norme; togliere sempre più il terreno d’azione alla criminalità organizzata, ma anche a tutti quei soggetti poco trasparenti e per nulla rappresentativi che operano nel mercato del lavoro”.

Voucher – Dopo aver sostenuto la positività dei voucher (“ma il ministro Sacconi non può seriamente ritenere di aver esaurito il suo compito e il suo impegno sulla semplificazione”), Politi ha affrontato il tema della sicurezza sul lavoro. “Attendiamo da oltre un anno e mezzo di essere convocati dai ministeri del Lavoro e delle Politiche agricole, alimentari e forestali al Tavolo sulla semplificazione per gli stagionali previsto dal decreto 81. Ne chiediamo con urgenza e da tempo la convocazione perché abbiamo bisogno che le imprese siano messe in grado da subito di lavorare in sicurezza”. Parlando delle trattative in corso per il contratto di lavoro degli operai agricoli, il presidente della Cia ha rilevato l’importanza della bilateralità, del suo rafforzamento e della sua estensione. “Progetto, questo, che può essere una risposta proprio a quelle difficoltà nelle quali il settore sembra essere lasciato da solo dalla politica: dotarsi, cioè, di mezzi e strumenti autonomi, più organizzati del passato e, quindi, più efficaci, per sostenere le aziende e i lavoratori”. Politi ha, infine, sottolineato che la Cia “lavorerà affinché il rinnovo del contratto sia la riconferma di un sistema di relazioni sindacali che funziona, positivo e collaborativo, affinché il Tavolo rimanga sempre unito, nonostante le diversità di alcune posizioni”.

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