Ogm senza piano di coesistenza: Zaia promette difesa cittadini e agricoltori

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali prende atto della sentenza del Consiglio di Stato sugli OGM, chiarendo in ogni caso che il procedimento in questione è connesso ad un iter normato dal decreto legislativo 212/2001, che stabilisce il previo parere di una Commissione tecnica la quale, non avendo a disposizione le prescrizioni tecniche sulle modalità di coltivazione delle colture OGM ancora in corso di definizione, difficilmente esprimerà un parere favorevole. E’ previsto inoltre  un successivo provvedimento amministrativo a firma del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di quello della Salute e di quello dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

I dubbi di Zaia – Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia afferma che “la sentenza scritta dal Consiglio di Stato, certamente seguendo il dettato delle leggi e dei codici, contravviene in modo palese alla volontà della stragrande maggioranza dei cittadini e delle Regioni italiane. Primi fra questi, quegli agricoltori, ancora una volta la stragrande maggioranza, che non vogliono OGM nei loro campi, consapevoli, innanzitutto, che è il valore identitario delle loro produzioni ad essere messo a repentaglio, la fertilità del loro futuro”. “Ci si chiede in particolare – aggiunge il Ministro – come sia possibile la coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati se non in presenza di un piano di coesistenza, piano che può essere realizzato soltanto in accordo con le Regioni. A proposito della volontà dei cittadini, vale la pena di ricordare un mondo scientifico ancora diviso sulla natura degli OGM; un consumo che divide la popolazione in abbienti che hanno la possibilità di alimentarsi con cibi biologici e certificati e di classi socialmente disagiate che devono adattarsi al cibo geneticamente modificato; un mondo agricolo che viene privato del valore dei semi, che inevitabilmente finiranno nelle mani delle multinazionali”.

Viva la biodiversità – “Mi par di notare inoltre che gli stessi Stati Uniti, un tempo ammaliati dal fascino delle coltivazioni OGM, con l’amministrazione Obama, stiano valutando i benefici delle biodiversità”. “A quanti esultano ogni volta che si accenna agli OGM, dico – afferma ancora Zaia – di guardarsi intorno, di guardare proprio all’Europa. L’Italia, con Francia e Germania in prima linea, è in buona compagnia. E voglio aggiungere che per il Mon810, il mais OGM in questione, l’autorizzazione alla coltivazione  comunitaria è scaduta e non è stata ancora rinnovata, poiché l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sta valutando le ricadute ambientali della coltivazione con un monitoraggio attento ed esami approfonditi”. “Gli OGM non sono la risposta ad un mercato dove i nostri cibi si confrontano con quelli venduti a prezzi irrisori perché prodotti da Paesi che pagano i loro braccianti due euro al giorno, come avviene in India, o cinque euro al giorno, come accade in Cina. La risposta a questi problemi è una seria politica che imponga tracciabilità ed etichettatura dei prodotti agroalimentari”.  “Ciò detto – conclude Zaia – è ovvio che porteremo in tutte le istanze possibili questo punto di vista affinché venga compreso da quell’autorità giuridico-legislativa che ha la responsabilità di rendere concreta la volontà generale, piuttosto che di applicare, ignara delle conseguenze, codici e pandette”.

 

Informazione pubblicitaria