Ungulati, Province e ATC sotto accusa. Cia Toscana: “E’ emergenza”

“Enti e istituzioni devono prendersi le proprie responsabilità, secondo le diverse competenze, lavorando con spirito di collaborazione per raggiungere gli obiettivi di equilibrio faunistico previsti dalla legge regionale e concretamente definiti nei piani. Basta parole, ora occorrono i fatti”. Insomma non c’è più tempo da perdere sottolinea la Cia Toscana rivolgendosi alla Regione, Province, ATC e Parchi per quanto riguarda la questione ungulati, sempre più un’emergenza a livello regionale. La Cia Toscana ha inviato una  accorata lettera all’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori per accelerare sugli interventi da fare: “Nelle ultime settimane – sottolinea il presidente Cia Toscana Giordano Pascucci – la nostra organizzazione ha svolto le proprie assemblee territoriali, ed è emersa ancor più che in  passato l’emergenza dovuta alla devastante presenza degli ungulati, che rappresentano spesso una vera calamità (non naturale) sia per le produzioni agricole che per le foreste toscane”.

Le criticità – Nella scorsa Legislatura – ricorda la Cia – è stato avviato un importante percorso di lavoro sfociato nella Conferenza regionale della caccia e, successivamente, in una serie di atti volti sia a fronteggiare l’emergenza che a modificare il quadro normativo. Si è trattato di un lavoro prezioso che ha condotto all’approvazione della L.R, 3/2010 che riordina profondamente il settore, fissando tra l’altro precise soglie di densità sostenibile per gli ungulati. “Nonostante tutto questo però – aggiunge Pascucci -, ad oggi non si percepisce ancora quel salto di qualità nell’azione di contenimento degli ungulati da parte dei soggetti preposti. Permane un problema di Governance territoriale, che ha per ora reso pressoché inapplicati gli indirizzi regionali rivolti all’adozione di piani straordinari di abbattimento per contenere la crescita esponenziale delle popolazioni”. La Cia Toscana ha apprezzato il rapido avvio del confronto sul regolamento regionale attuativo della L.R. 3/2010, i cui tempi di approvazione e di entrata a regime non potranno comunque essere adeguati alle necessità più immediate di intervento. “Aggiungo con una battuta – dice Pascucci – che purtroppo cinghiali, cervi e caprioli non leggono il BURT e quindi non sanno che le norme sono cambiate; questo per dire che, al di là degli strumenti normativi, il problema del ripristino dell’equilibrio faunistico in Toscana si può risolvere solo attraverso un’azione decisa e sinergica di tutte le istituzioni, superando rigidità, pigrizie e resistenze che purtroppo hanno portato in questi anni alla situazione attuale. L’agricoltura non è in grado di sostenere e sopportare un altro anno di devastazione dei propri raccolti e dei propri redditi, già falcidiati dalla crisi”. E con l’approssimarsi della stagione venatoria – sottolinea la Cia -, infatti, i tempi stringono, e non si può più perdere nemmeno un giorno: è assolutamente necessario che vengano definiti subito in tutto il territorio i Piani straordinari di contenimento degli ungulati, come la Cia sta chiedendo da oltre un anno, con obiettivi chiari, quantificabili, verificabili: siano essi fatti dalle Province o, nel caso di inadempienza, avvalendosi del potere sostitutivo che la Legge attribuisce alla Regione”. E infine la Cia sollecita il mondo venatorio ad un impegno serio e responsabile: “Non basta più dichiarare le buone intenzioni; occorre più coerenza tra parole e fatti, e per ora i fatti non si sono visti”.

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