300 milioni di euro per salvare migliaia di imprese dal tracollo

“Con poco meno di 300 milioni di euro si salverebbero dal tracollo migliaia di imprese agricole oggi in grande affanno a causa degli alti costi produttivi, contributivi e burocratici e per la caduta libera dei prezzi praticati sui campi. Basterebbe che nella manovra finanziaria, all’esame del Parlamento, venissero introdotte due misure riguardanti la proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali (che scade il prossimo 31 luglio) per le aziende che operano nelle zone svantaggiate e di montagna (un provvedimento che, tuttavia, sia propedeutico ad una riforma della contribuzione per tutta l’imprenditoria agricola) e il ripristino del “bonus gasolio”, la cui cancellazione con la legge finanziaria del 2010 ha causato gravissimi problemi alle serre”. E’ quanto sostenuto dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi nel corso della Direzione nazionale dell’organizzazione svoltasi oggi a Roma e alla quale è intervenuto anche il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan.

Agricoltura pecora nera – “Per gli altri settori produttivi – ha sottolineato Politi – ci sono state risposte, mentre per l’agricoltura, finora, non c’è traccia di provvedimenti. Anzi, la parola agricoltura non figura in nessuno degli articoli della manovra finanziaria. E questo è assurdo, anche perché al mondo agricolo in questi ultimi due anni è stato soltanto tolto. Basti pensare che la legge finanziaria per il 2010 ha sottratto risorse per oltre un miliardo di euro. Una situazione che non possiamo più tollerare. Ed è per tale ragione che la nostra confederazione riprenderà, come deciso dalla Direzione nazionale, la mobilitazione sull’intero territorio e che avrà due momenti focali il 21 e il 22 luglio prossimi in occasione della discussione della manovra alla Camera dei deputati. Torniamo nuovamente in piazza per reclamare attenzione e soprattutto perchè vengano varati interventi straordinari a sostegno degli agricoltori che in cinque anni hanno visto scendere i loro redditi di oltre il 36 per cento”.

Dieci anni di crisi – “L’agricoltura sta, insomma, attraversando un periodo di grave e prolungata crisi, dal 2000: Mentre le imprese agricole europee crescono in termini di competitività e redditività, quelle italiane -ha evidenziato il presidente della Cia- rimangono al palo. Aumentano l’indebitamento delle aziende e le sofferenze bancarie. La progressiva riduzione della superficie agricola mostra una pericolosa tendenza all’abbandono ed al degrado dell’ambiente rurale. Migliaia di agricoltori sono stati costretti a cessare l’attività agricola (tra il 2000 ed il 2007 l’agricoltura ha perso 474 mila aziende, un quinto del totale censito). Attualmente solo 112 mila aziende hanno un conduttore giovane. Nell’agricoltura italiana non vi è ricambio generazionale. I prezzi agricoli alla produzione hanno subito, nel 2009, un calo del 13,4 per cento”.

Problemi dell’agricoltura – “L’agricoltura – ha rimarcato Politi – è realtà produttiva complessa e diversificata con primati produttivi di grande significato, ma con diversi nodi non ancora sciolti. Tra i principali: l’eccessiva frammentazione aziendale, che impedisce, di fatto, il ricorso ad economie di scala, implicando una maggiore incidenza dei costi di lavoro, capitale e finanziamento; la rarefazione delle economie di relazione e la debolezza delle organizzazioni economiche nella direzione di una moderna, diffusa e funzionale organizzazione dell’offerta; il gravoso costo dei terreni, l’insufficienza degli strumenti finanziari e le difficoltà di accesso al credito; un sistema di trasporto e della logistica inadeguato alle esigenze di industria e mercati; il deficit di servizi fondamentali per stimolare la vitalità e lo sviluppo delle aree rurali; il peso della burocrazia, comune a tutto il sistema delle imprese; gli alti costi di produzione che pesano in particolare sulle imprese che assumono manodopera”.

Politica nazionale – “Da qui – ha detto il presidente della Cia – la necessità di un progetto nazionale di politica agricola. Il settore paga, infatti, l’assenza di un’organica politica agraria nazionale. Per questo proponiamo la convocazione di una Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale come sede per costruire insieme -istituzioni e rappresentanze- una nuova strategia che si ponga l’obiettivo di delineare un percorso di modernizzazione per la competitività delle imprese agricole e di riorganizzazione dell’intero sistema primario”.

Valorizzazione produzioni – Politi ha poi elencato alcune questioni alle quali occorre dare immediate risposte: “Siamo convinti – ha affermato – che la via maestra per migliorare le condizioni di reddito degli agricoltori, valorizzare le produzioni agricole e rendere più efficiente il mercato sia l’interprofessione. Dovrà essere riaperto il “cantiere” della legislazione in materia di organizzazioni di produttori e regolazione di mercato per correggerne gli errori (per esempio la burocratizzazione del riconoscimento e funzionamento delle Op) e colmarne le lacune (per esempio la disciplina dell’erga omnes e l’esercizio dei diritti di voto). La Pac dovrà assumere tra i suoi obiettivi l’efficienza del mercato; dovrà prevedere tra le azioni il rafforzamento delle organizzazioni di produttori; la diffusione dell’economia contrattuale; il sostegno degli strumenti (assicurazioni e fondi di mutualità) per contenere gli effetti della volatilità dei prezzi e delle crisi di mercato”.

Regime fiscale – “C’è bisogno, poi, della stabilizzazione del regime fiscale (Irap e agevolazioni sul gasolio) e contributivo a favore degli agricoltori nelle zone montane e svantaggiate e non solo e -ha rilevato il presidente della Cia- della semplificazione del rapporto tra Pubblica amministrazione e impresa agricola”. Infine i giovani. "Occorre definire -ha concluso Politi- un piano di azioni organico per: promuovere l’aggregazione fondiaria; sostenere il ricambio generazionale e la costituzione di nuove imprese; favorire l’attrattività e la sostenibilità dell’attività agricola”.

 

 

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