Galan alle Regioni: a ciascuno il suo dovere sulle linee di coesistenza Ogm

“Vorrei soffermarmi su due dei punti che abbiamo affrontato con gli assessori regionali: le linee guida di coesistenza tra le colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate e la riforma della PAC post 2013.”  Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, ha commentato il confronto che ha avuto con gli assessori durante il Comitato tecnico permanente di coordinamento in materia di agricoltura che si è riunito oggi  al Ministero.

I doveri delle Regioni – “Sul primo punto ho ribadito alle Regioni la necessità di adempiere a quello che, prescindendo dalle posizioni che ognuno ha sul tema degli OGM, è un dovere cui le Regioni devono adempiere. Si deve dar luogo al rispetto di una normativa europea. E almeno per una Regione, Il Friuli Venezia Giulia, anche ad una sentenza del Consiglio di Stato. Sono sempre stato convinto che le pubbliche amministrazioni si debbano esprimere per atti e non per enunciati. In caso contrario inevitabilmente toccherebbe a qualcun altro la stesura delle linee di coesistenza.”

PAC – “Ho colto l’occasione per chiarire che l’argomento secondo cui questo adempimento non sarebbe più necessario perché – ha proseguito Galan – l’orientamento europeo è quello di lasciare i singoli Stati liberi di scegliere non sta in piedi. Infatti, quest’ipotesi è stata scartata in un Consiglio dei Ministri dell’agricoltura. Per quanto riguarda la riforma della PAC, durante i lavori ho accolto l’invito degli assessori a un loro maggior coinvolgimento, invitandoli a un confronto che preferirei fosse pubblico in modo da poter insieme catalizzare un po’ di attenzione dell’opinione pubblica su un tema fondamentale per la nostra agricoltura e per tutta l’economia italiana.”

Il dialogo con gli assessori regionali – “Ho colto l’occasione per informare gli assessori che la posizione dell’Italia è tutt’altro che debole nella trattativa sin qui portata avanti, anche grazie alla presenza costante e agli alleati che abbiamo trovato sulle nostre stesse posizioni. Il vero punto su cui chiedo il sostegno delle Regioni è la dotazione finanziaria della Politica Agricola Comune. Dobbiamo fare in modo che gli Stati membri non diminuiscano la parte di PIL che finora hanno destinato alla PAC, altrimenti ci troveremo veramente in difficoltà. Quanto ai criteri di suddivisione tra gli Stati ho ribadito in ogni sede che quello della superficie coltivata non sarebbe per noi accettabile, come unica determinate, neanche spalmato in tempi biblici.” 

 

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