Vino in Villa, gli italiani amano il fatto a mano

In un mondo dominato dalla tecnologia, Vino in Villa, evento che si terrà  dal 21 al 23 maggio al castello di San Salvatore, splendido borgo medievale del XIII secolo, a Susegana (TV), punta i riflettori sul Fatto a Mano, vero valore differenziale del prodotto italiano. Una scelta non casuale: tra le eccellenze che basano la propria identità sul lavoro dell’uomo e sull’ esperienza che si tramanda di generazione in generazione, vi è anche il vino prodotto in territori difficili, come le colline di Conegliano Valdobbiadene, dove le pendenze raggiungono anche il 70%.

Il programma – Sabato 21 maggio, alle 9.30, “Fatto a Mano”, convegno aperto ai produttori, ai giornalisti e al pubblico, riunirà  sociologi, personaggi illustri del mondo dell’arte e dello spettacolo, imprenditori di altri settori e produttori per confrontarsi e capire come valorizzare  tale ricchezza e che peso dà il consumatore al “sapere manuale”. Enrico Finzi, presidente di Astraricerche, presenterà i risultati della recente ricerca sul “fatto a mano”, dove si dimostra che, nell’era del virtuale, il 65% degli italiani cerca sempre più ciò che è concreto, materiale, il 71 apprezza ciò che è artigianale e il 76 % è certo che l’Italia sia proprio la patria del Fatto a Mano. L’importanza di “pensare con le mani” sarà testimoniata da Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano, vetrina della cultura artistica ed architettonica italiana.  Sarà poi la volta di Giorgio Nason, una delle firme più illustri del vetro artistico di Murano, titolare della NasonMoretti. Il vetro di Murano è certamente prodotto simbolo del Fatto a Mano e una delle eccellenze regionali, che condivide lo status di Distretto Produttivo del Veneto, ottenuto nel 2003, con il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore.

Prosecco di Conegliano Valdobbiadene  – Padrone di casa, quest’ultimo, grazie all’intervento del presidente del Consorzio per la Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Franco Adami, presenterà gli aggiornamenti sul progetto Unesco, arrivato al formale ottenimento di inserimento nella Tentative List italiana. Un traguardo possibile proprio grazie al lavoro manuale di più di 3000 viticoltori che, ogni giorno, coltivano con amore i vigneti di alta collina. Proprio la viticoltura manuale è l’aspetto caratterizzante delle Rive, la tipologia introdotta con la docg Conegliano Valdobbiadene, frutto della viticoltura manuale e del valore aggiunto conferito dalle singole microzone. “Le Rive sono per noi un elemento identitario fondamentale – afferma il presidente Franco Adami –. Questa tipologia, infatti, dimostra il valore della nostra viticoltura di alta collina e differenti espressioni qualitative che il territorio conferisce”.

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