Prezzi agricoli, primi ribassi a marzo per i cereali (-2,5%)

Prezzi agricoli in rialzo a marzo dello 0,9% su base mensile e del 23,2% in un anno. È quanto rileva l’Ismea sulla base dell’indice dei prezzi all’origine che si è attestato, il mese scorso a 133,2 (base 2000=100), facendo registrare in particolare un andamento sostenuto, nella dinamica congiunturale, per oli di oliva, ortofrutta e avicunicoli.
 
Dettaglio – Nell’aggregato delle coltivazioni, che cede nel complesso lo 0,5% su febbraio, ma che guadagna il 35,7% sul marzo dello scorso anno, l’elemento di maggiore novità è rappresentato dal calo del 2,5% dei cereali, con il frumento in particolare in flessione del 6,1% su base mensile. Si tratta di una prima battuta d’arresto, sottolinea l’Ismea, che ha interessato sia il grano duro (-5,7%) che il tenero (-6,6%), dopo una serie di rincari che ha portato l’indice del frumento su un livello superiore del 82,4% rispetto a marzo di un anno fa. La flessione, rispetto al mese precedente, ha riguardato anche il granoturco (-0,5%), che ha mostrato comunque una maggiore tenuta rispetto all’orzo (-4,6%). Prezzi in rialzo invece per il risone che su febbraio ha guadagnato un altro 6,2%, confermando il trend positivo degli ultimi mesi.
 
Aumenti frutta – Le rilevazioni dell’Istituto indicano aumenti per frutta (+2% la variazione mensile, +26,6% l’andamento annuale), ortaggi  (+3,2%, +11,6%) e olio di oliva (+4%, +12,6%), segnalando in particolare un buon recupero degli extravergini, in un mercato in graduale ma progressivo miglioramento. Variazioni di segno più si registrano anche per i vini sia nella dinamica congiunturale (+0,6%) che in quella tendenziale (+20,9%), mentre le colture industriali accusano una flessione media mensile dell’1,4%, a fronte di una aumento del 12,8% sullo scorso anno.
 
Zootecnia – Nel settore zootecnico, che ha messo a segno un +2% rispetto a febbraio, si registrano aumenti mensili di rilievo per le uova (+4,8%), grazie alla ripresa delle lavorazioni con l’approssimarsi della Pasqua, in un mercato favorevole anche per avicoli (+7,5%) e conigli (+14,6%).  Più contenuti i rincari di latte e derivati (+1,1%), bovini (+0,4%) e ovicaprini (+0,2%), mentre i suini, dopo il rimbalzo di febbraio, hanno ceduto lo 0,9% in un mese, in un quadro complessivamente più debole per il bestiame da macello. L’andamento annuale, infine, segnala variazioni al rialzo per latte e derivati (+18,4%), avicoli (+10,7%), bovini (+8,6%) e suini (+7,4%), mentre flettono su base tendenziale i prezzi delle uova (-10%) e degli ovicaprini (-5%).

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