Istituto zooprofilattico Umbria e Marche guarda al futuro e pensa alla sicurezza dei consumatori

Intervista esclusiva di Agricultura.it al direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria Marche (IZSUM), Silvano Severini. All’Istituto, con sede a Perugia, lavorano 225 professionisti tra
veterinari, biologi, chimici, informatici, amministrativi, tecnici di laboratorio.

Direttore Severini, in una sua recente comunicazione ha presentato un nuovo modello organizzativo dell’Istituto: quali sono stati i motivi che hanno portato a questa novità, e quali le prospettive?

Il nuovo assetto organizzativo è frutto di circa 2 anni di attività di analisi e valutazione, necessari a gettare le basi di una vera reingegnerizzazione organizzativa rivolta ad una politica aziendale di  lungo periodo.
Il cambiamento è stato studiato per:
• Un ruolo dell’ente più incisivo nel settore della sanità pubblica
• Lo sviluppo della ricerca e innovazione per essere l’interfaccia privilegiata con il territorio  e mondo scientifico sia nazionale che internazionale.
• L’Aziendalizzazione, ovvero verso un processo di modernizzazione e responsabilizzazione per una maggiore efficacia di governance.
• La semplificazione dei processi gestionali e amministrativi, che garantiscono un miglior servizio all’utente.
• La razionalizzazione delle attività laboristiche attraverso l’ottimizzazione del trasferimento dei campioni in un’unica sede.
• Il rafforzamento delle funzioni di presidio territoriale delle sezioni, attraverso una   maggiore specializzazione.
• Il confronto e coinvolgimento degli stakeholders sia in fase di programmazione dell’attività che di valutazione della qualità dei servizi.
Attraverso la valorizzazione di tutte le professionalità presenti si contribuirà attivamente al potenziamento dell’Istituto sia sul territorio nazionale che internazionale.
Il modello organizzativo è ispirato anche ai principi di trasparenza: un ente di natura pubblica è chiamato a rendere conto direttamente ai cittadini della propria produttività rispetto alle risorse assegnate.
Di qui la nascita di nuovo regolamento interno guidato dalla direzione ma i cui contenuti sono il risultato di contributi provenienti da parte della collaborazione di  molti dipendenti.
Il regolamento dei servizi rappresenta pertanto un punto di partenza nuovo per svolgere la nostra attività e che ci permetterà di essere al passo con le moderne idee di management anche alla luce della necessità di far fronte alle sempre più scarse risorse disponibili. 

Quali sono i progetti in corso portati avanti dall’IZSUM e quelli per il prossimo futuro?

I progetti che si stanno portando avanti, strategici per l’IZSUM sono il proseguimento del progetto MES sulla valutazione delle performance: è molto importante essendo uno strumento essenziale per il miglioramento dei servizi pubblici ed ha un ruolo determinante nella definizione e nel raggiungimento degli obbiettivi strategici aziendali. Sono coinvolti 9 dei 10 Istituti Zooprofilattici d’Italia. La piena attuazione del nuovo modello organizzativo e quindi, nell’ambito del Sistema Qualità, revisione ed adeguamento di tutta la documentazione del Sistema. L’Implementazione del Piano di Comunicazione. L’attività di comunicazione viene sviluppata in modo da non essere più indirizzata solamente alle comunità scientifiche ed alle Istituzioni ma, con un "linguaggio" più divulgativo ma rigoroso scientificamente, deve essere diretto verso tutti gli utenti/clienti dell’Ente: i cittadini.

Quali sono le principali attività dell’Istituito nel fronte qualità delle produzioni agroalimentari (di interesse del cittadino-consumatore) e della sicurezza animale?

Il ruolo principale dell’Istituto Zooprofilatico Sperimentale è di laboratorio ufficiale di riferimento per tutto quanto attiene il controllo della sanità degli animali e della salubrità degli alimenti, sia di origine animale che, in parte, per quelli di origine vegetale. In pratica è lo strumento tecnico del quale usufruiscono tutti gli Organi pubblici nello svolgimento dell’attività di vigilanza ufficiale su questi due grandi settori; tra tutti i servizi veterinari e medici delle Aziende sanitarie locali, il NAS, il Corpo Forestale dello Stato, ognuno per le proprie competenze. L’attività principale si estrinseca nell’esecuzione di indagini di laboratorio per valutare la qualità e, soprattutto, la salubrità delle produzioni agroalimentari o per determinare la presenza di malattie nelle popolazioni animali, con particolare attenzione nei confronti delle zoonosi, cioè delle infezioni trasmissibili dagli animali all’uomo (basti pensare alla Tubercolosi, la Brucellosi o la Salmonellosi).  In particolare sui campioni di alimenti vengono effettuati accertamenti di natura microbiologica (per la ricerca di agenti patogeni o per determinare il livello di igienicità di una produzione), chimica (ad esempio per la ricerca di residui di trattamenti farmacologici fraudolenti negli animali, di contaminanti di origine ambientale, per la verifica della veridicità delle informazioni riportate in etichetta) e fisica (per la presenza di radionuclidi). Tutto questo nel rispetto degli elevati standard di qualità operativi fissati dalla Unione Europea (l’IZSUM è accreditato secondo Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025). Ma il lavoro degli Istituti Zooprofilattici va anche oltre la semplice produzione del dato analitico; la raccolta e l’elaborazione continua dei dati generati da attività correnti o di ricerca permette di valutare le attività svolte sul territorio, collaborando alla funzione di programmazione svolta a livello centrale (Ministeri) e periferica (Regioni e Provincie). Gli Istituti sono, in effetti, veri e propri osservatori epidemiologici del territorio e nodi di raccolta e comunicazione di informazioni.  Questo insieme di competenze tecniche ed epidemiologiche permette loro di svolgere un ruolo importante anche per la valutazione del rischio, lo strumento principale, applicato alla sicurezza alimentare o alla sanità animale dall’Unione Europea, per garantire ai consumatori un adeguato livello di protezione dai potenziali rischi di origine alimentare.

Quali sono, se ci sono, le principali emergenze in atto in materia di sanità pubblica veterinaria?

In questo momento non ci sono situazioni di particolare emergenza, se si esclude la recente evidenziazione di un “nuovo” agente virale in Nord Europa in grado di provocare aborti e malformazioni fetali nei ruminanti, in particolare negli ovini (Virus di Schmallemberg), verso il quale però sono già attivi sistemi di sorveglianza a livello comunitario. Non si è mai definitivamente spenta l’attenzione nei confronti del virus dell’influenza aviaria, come di tutte quelle malattie emergenti (malattia del Nilo Occidentale – West Nile Disease; Chikungunya) legate soprattutto a cambiamenti climatici che hanno fatto comparsa recente nel nostro continente. Altro fronte caldo quello dell’antibiotico resistenza dei batteri, tenuto costantemente monitorato per il ruolo che gli animali possono ricoprire come serbatoio di ceppi multi resistenti per l’uomo. Esistono comunque sistemi di monitoraggio continuo e di comunicazione rapida di informazioni per tutte le possibili emergenze sanitarie (come il RASSF – Sistema di Allarme Rapido per Alimenti e Mangimi) alle quali sono legati protocolli di intervento per rispondere in maniera rapida ed efficace ad eventuali situazioni inattese di rischio per i consumatori.   

In una fase di difficoltà economica generalizzata, quali sono le maggiori difficoltà per l’Istituto? 

La recessione innescata dalla crisi finanziaria sta comportando un cambiamento nell’approccio metodologico di gestione che se da un lato non permette di fare delle programmazioni considerate fino a ieri di ordinaria amministrazione, dall’altro ci mette nella condizione di ottimizzare e potenziare le attività dell’Ente con particolare attenzione alla ricerca e allo sviluppo di nuove opportunità scientifiche. Tra le altre cose stiamo potenziando la sperimentazione e il monitoraggio in settori che riguardano l’ agroalimentare sostenibile (greeneconomy), la biodiversità agrozootecnica e una particolare attenzione viene rivolta all’importante tematica del Benessere Animale. Tutto questo servirà a garantire, in maniera sempre più efficace, la necessaria attenzione nei confronti del  settore agrozootecnico-alimentare, in un’ottica di una sempre maggiore tutela della salute dei consumatori.

Lorenzo Benocci

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