E’ allarme siccità nelle campagne toscane

“Mai vista una siccità così’”: livello di criticità in salita in Toscana. Gli agricoltori osservano il cielo, inseguono le nuvole, fanno zapping sul televisore tra un bollettino meteo e l’altro, tra esperti e statistiche, per capire quando, e se soprattutto, pioverà. E’ allarme in tutta la regione dove si è registrato, un po’ come in tutto il centro nord del paese, un dimezzamento delle precipitazioni invernali: acqua fondamentale e vitale per rimpinguare gli invasi e le riserve idrichenaturali, che per il momento però sembra non essere in programma.

I dati – A risentirne, già nelle prossime settimane, saranno la produzione di grano (tenero e duro) e di cereali (mais e orzo in particolare) che stanno per entrare in una fasecruciale. Un settore che in Toscana significa 12 mila aziende, migliaia di addetti tra lavoratori diretti ed indotto, 115 mila ettari, ed una produzione, solo di grano, intorno ai 4,5 milioni di quintali. La crescente preoccupazione per le mancate piogge va così di pari passo con il bel tempo e temperature decisamente fuori stagione che secondo Coldiretti (info su www.toscana.coldiretti.it) avranno un drastico effetto sulla resa ad ettaro con un abbattimento del 50% della produzione. La mancanza di piogge potrebbe costare, in termini di produzione, oltre 2 milioni di quintali di grano per un valore tra 50 e 60 milioni di euro.

Il commento – “Il deficit idrico accumulato è già pesante – analizza Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – se entro 15 giorni non piove la produzione di grano rischia di venire compromessa seriamente. I cereali autunno-vernini, come il grano appunto, la cui produzione in Toscana è molto importante in particolare nel pisano, grossetano, livornese sta entrando nella fase decisiva: senza acqua la fioritura e la maturazione sono in forte dubbio. Siamo preoccupati anche per mais, girasole ed orzo: abbiamo ancora alcune settimane per affrontare il nodo della semina. La situazione non è facile”. In difficoltà ci sono anche il settore orticolo, la tabacchicoltura e l’olivicoltura. Poca acqua, poco prodotto: “Ed anche i prezzi potrebbe risentirne – spiega ancora Marcelli”. In trent’anni Paolo Nacci, imprenditore di San Miniato, 550 ettari di cereali tra Castelfiorentino, Fucecchio, Santa Maria a Monte e zone limitrofe, non avrebbe mai pensato di trovarsi ad affrontare una siccità invernale: “Ho visto e vissuto più di una siccità estiva – racconta Nacci – ma venivamo da un inverno piovoso. Questa volta veniamo da un inverno con piogge molto scarse e ci stiamo dirigendo verso un’estate molto calda e con scarsissime piogge. E’ un quadro che fa paura. Il clima è cambiato”.

Dopo il freddo invernale – Eppure, in Toscana, la neve di questo inverno, solo alcune settimane fa, avrebbe dovuto portare qualche beneficio. Ma non è stato così: “La neve è caduta copiosa ma il vento l’ha spazzata via – spiega ancora Nacci – E’ come se non fosse nevicato. In Toscana c’è un proverbio – “Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame” – che gli agricoltori conoscono bene e che spiega, con fare semplice, i ritmi secolari a cui siamo abituati: Se piove troppo il seme affonda e marcisce, se nevica al contrario, il seme germoglia bene con la primavera. Quest’anno è successo tutto ed il contrario: ha piovuto molto poco e la neve è stata spazzata via dal vento. I presupposti non sono a nostro favore. Proveremo con la danza della pioggia”. L’agricoltura toscana ha ora 15 giorni di fronte importantissimi per capire che estate e che raccolto sarà: “Tutto si gioca nelle prossime settimane che saranno determinanti – ammette ancora Marcelli – e se non piove sarà dura per l’agricoltura. E’ evidente che serve, alla nostra regione, un pianoidrico pluriennale per affrontare il cambiamento climatico che è diventato ormai la regola e con cui dovremo probabilmente convivere nei prossimi anni”.

I rimedi – Coldiretti chiede la realizzazione di pozzi e piccoli laghetti privati nelle campagne, e pensa al recupero delle acque, pratica che è destinata a tornare di moda, e all’impiego di strumenti moderni e tecnologici per meglio distribuire ed ottimizzare la distribuzione e l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione dei campi: “L’acqua è l’emergenza del futuro – conclude Marcelli – dobbiamo prepararci ad affrontarla”.

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