Persi 100 ettari di terreno al giorno. La ricetta di Assofertilizzanti

Il suolo come bene comune e risorsa preziosa per l’agricoltore, da tutelare  e preservare dalle minacce derivate dal suo sfruttamento; è questo il commento di Assofertilizzanti – Associazione nazionale produttori di fertilizzanti che fa parte di Federchimica– all’indomani della presentazione del rapporto del Ministero dell’agricoltura sulla condizione del consumo del suolo e dell’agricoltura in Italia. L’allarme lanciato dal Ministero si fonda anche sulla consapevolezza che una sempre crescente cementificazione possa conseguire in perdita di fertilità, di produttività, bellezza e cultura. Dal 1971 al 2010, infatti, abbiamo perso il 28% della superficie agricola utilizzata, un’area grande come la Lombardia, la Liguria e l’Emilia Romagna: ed è proprio in queste regioni che, negli ultimi 50 anni, è stato registrato il maggior incremento di popolazione. “Il rapporto del Ministero ha stimolato importanti riflessioni che riguardano la gestione complessiva della res agricola: basti pensare al fatto che, per soddisfare il fabbisogno alimentare nazionale, occorrerebbero 61 milioni di ettari disponibili: l’Italia ne dispone di poco più di 12. – ha affermato Francesco Caterini, Presidente di Assofertilizzanti – In questo contesto il supporto delle tecnologie più innovative, come i fertilizzanti, ha permesso di compensare scarsità di terreno con l’aumento della produttività. Se negli anni ’50 un ettaro a frumento produceva 1,4 tonnellate, oggi ne arriva a produrre anche 4” ha concluso Caterini.

Meno suolo – La progressiva perdita di suolo disponibile, inoltre, può generare delle ricadute sul piano dell’approvvigionamento alimentare: non a caso il 46% degli italiani è preoccupato dal rischio che l’agricoltura non riesca a produrre cibo a sufficienza per tutti(Fonte: Eurobarometro 2012). A livello mondiale, di conseguenza, stiamo assistendo alla pericolosa diffusione del fenomeno del “land grabbing”, ovvero all’acquisizione di terreni su larga scala da parte delle nazioni occidentali nei paesi in via di sviluppo (soprattutto nel continente africano e sudamericano). I fertilizzanti, in questo contesto, svolgono un ruolo fondamentale in quanto sono l’unica soluzione per preservare la fertilità dei terreni disponibili garantendo una maggiore produttività. Con il passare del tempo, infatti, il terreno tende a impoverirsi e la crescita delle piante diventa sempre più problematica, con raccolti sempre più scarsi e scadenti. Ecco quindi che per difendere il suolo dal progressivo impoverimento occorre reintegrare, attraverso l’uso dei fertilizzanti, gli elementi nutritivi prelevati dalle colture.

 

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