Olio nuovo in Toscana, meno quantità ma grande qualità

L’olio nuovo protagonista indiscusso di queste settimane. La stagione olivicola toscana si è decisamente prolungata nel 2012 a causa del caldo estivo e delle piogge, arrivate con deciso ritardo rispetto agli standard cui la Toscana era storicamente abituata. Il risultato: ridotta pressoché allo zero la presenza di mosca e una qualità che si preannuncia decisamente interessante dal punto di vista dei sapori, degli aromi, dei profumi. «Il perdurare della media maturazione dei frutti – spiega Giampiero Cresti, presidente dell’Ota (Olivicoltori Toscani Associati) – ha migliorato notevolmente la qualità dell’olio. Le olive riescono a mantenere un aroma più intenso quando sono né troppo acerbe, né troppo mature: gli effetti climatici degli ultimi mesi hanno quindi permesso di prolungare la stagionalità della raccolta e di avere pertanto sulle tavole un olio di indiscusso gusto».

Effetti climatici – Un clima che si era fatto preoccupante sul finire dell’estate a causa della pressoché totale assenza di piogge. «L’autunno estremamente siccitoso ci aveva decisamente spaventato – continua Cresti -. Ed è per questo che anche quest’anno, a livello quantitativo, l’olivicoltura toscana farà registrare un calo dal punto di vista di oli prodotti. Abbastanza diffuso il fenomeno della “cascola”, la caduta dei frutti dagli olivi per eccessivo stress e per mancanza di acqua, fortuna vuole che la maturazione sia stata aiutata dalle piogge scese nei mesi successivi. Il caldo inoltre ha scacciato via la mosca un po’ ovunque, visto che questo parassita non riesce a proliferare quando si registrano temperature elevate».

I prezzi – Qualità diffusa e omogenea in tutto il territorio regionale toscano che però non farà lievitare oltremodo i prezzi del prodotto. «L’unico aumento previsto è legato al fatto che anche il 2011 non è stato un anno particolarmente felice dal punto di vista della qualità – sottolinea ancora il presidente dell’Ota -, pertanto stanno venendo a mancare le riserve di olio vecchio. I prezzi possono essere più o meno variabili a seconda delle zone, ma direi che in linea generale, specie dove si ha un mercato strutturato come in Toscana, si può notare un trend in leggera crescita che però non appare così marcato rispetto agli altri anni».

La certificazione – Insomma, gli eventi climatici degli ultimi mesi hanno investito tutti più o meno in maniera omogenea e porteranno ad avere in tutta la Toscana del buon olio nuovo. Dai marchi certificati (Igp Toscano, Terre di Siena, Chianti Classico ecc.) alle produzioni private di piccole aziende agricole, contadini e frantoi privati. Un universo vario, ricco e particolareggiato dal punto di vista della scelta, quello oleario toscano. Un mondo da valorizzare sempre più cercando di perseguire quelli che sono anche i rigidi disciplinari dei “prodotti di origine”. «A qualità e garanzia dei nostri brand certificati c’è un rigido processo di verifiche organolettiche e analitiche – conclude Giampiero Cresti -. Anche i piccoli produttori svolgono un lavoro fondamentale che si basa sulla fiducia e l’apprezzamento del consumatore. Ad un fruitore meno esperto però, consiglio sempre prodotti con certificazione Dop o Igp, unico e più autentico sinonimo di qualità e garanzia».

Andrea Frullanti

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