Il pesce di allevamento salva il menù delle Feste

“Il pesce d’allevamento ‘made in Italy’ salva il Cenone degli italiani, meritandosi un posto d’onore nei menù della Vigilia e di Capodanno 2012.  E’ un prodotto ad un prezzo accessibile e c’é solo l’imbarazzo della scelta su cosa portare in tavola tra branzini, orate, spigole, trote salmonate, molluschi e, per i più ricercati, caviale italiano”. Lo sottolinea l’Api, l’associazione che riunisce i piscicoltori di Confagricoltura.

Consumo – In Italia ogni anno si consumano 22 chili di prodotti ittici pro capite e più della metà proviene dagli allevamenti. E’ il risultato, mettono in evidenza i piscicoltori di Confagricoltura, delle ottime caratteristiche del prodotto nazionale. Il settore, oggi, ha oltre 571 milioni di euro di giro d’affari, occupa 15.000 addetti, produce più di 203.000 tonnellate tra pesci e molluschi, distribuiti in più di ottocento siti produttivi concentrati per il 60% al nord, il 18% al centro e il 22% al sud. Il primato, tra i pesci, spetta alla trota che con 41.000 tonnellate ha raggiunto un valore di 149.650 euro, seguita dall’orata e dalla spigola, con 18.400 tonnellate, pari a 136.000 euro .

Caratteristiche – Dal punto di vista nutrizionale il pesce allevato ha caratteristiche paragonabili e, in molti casi, addirittura superiori a quelle del prodotto selvatico, perché contiene elevati quantitativi di elementi nutritivi, come gli acidi grassi e gli omega 3, ottimi per la salute umana. “I piscicoltori italiani sono impegnati da sempre per garantire ai consumatori prodotti di altissima qualità, sani e nutrienti, fondamentali anche nelle diete dei più piccoli – conclude l’Api di Confagricoltura -. L’acquacoltura è un comparto vitale per il nostro Paese e particolare attenzione merita la vallicoltura tradizionale delle zone lagunari italiane, che svolge un’importante funzione ambientale e di tutela della biodiversità”.

 

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