Manzato (Veneto): innovazione strutturale per sviluppo del settore

Un 2012 difficile, fra luci ed ombre, per gran parte dell’agricoltura italiana. Siamo andati a fare un bilancio del settore in Veneto per vedere come è andata e gli auspici per l’anno che verrà: con l’assessore regionale Franco Manzato agricultura.it ha parlato anche della nuova Pac e le elezioni politiche per la formazione di un nuovo Governo.

1. Assessore Manzato, che anno è stato il 2012 per l’agricoltura della sua regione, tracci un breve bilancio.

Il 2012 è stato un anno che ha risentito della difficile situazione di crisi economica e finanziaria in atto. Il settore agricolo ha però dimostrato una certa vitalità affrontando le sfide della globalizzazione contribuendo al mantenimento e, in alcuni comparti, all’incremento dell’occupazione.
Le criticità maggiori sono venute dalle difficoltà di accesso al credito da parte delle aziende agricole e agroindustriali e dalla volatilità dei prezzi. A queste bisogna aggiungere le avverse condizioni metereologi legate principalmente alla siccità, senza dimenticare l’evento sismico dello scorso maggio.
Il Veneto attraverso l’attività delle  Strutture regionali ha contribuito, con il Programma di Sviluppo Rurale e le scarse risorse regionali a disposizione, a sostenere tutto il comparto, sia mediante interventi di carattere strutturale e rotazionale, che attraverso le azioni agro-ambientali e di diversificazione delle attività agricole. Importante è risultata anche l’azione a supporto dei Gruppi di Azione Locale nell’ambito dell’ iniziativa Leader.  Complessivamente nel corso del 2012 sono state erogate provvidenze per oltre 150 milioni  e impegnati otre 142 milioni di euro. Accanto a queste azioni ricordo come Avepa, agenzia per i pagamenti del Veneto, abbia concluso le operazioni di pagamento di 163 milioni di euro come anticipo degli aiuti europei richiesti con 86.934 domande uniche presentate per la campagna 2012. Sempre nell’ambito dell’Organizzazione comune di mercato taluni settori, come il vitivinicolo e l’ortofrutticolo, hanno potuto fruire di azioni di sostegno volte alla ristrutturazione dei comparti con consistenti risorse. Risulta necessario ricordare come le politiche volte al sostegno delle produzioni di qualità e alla conquista di nuovi mercati siano risultate determinanti per conseguire risultati positivi in termini di reddito e di occupazione per tutto il settore.

2. Quali saranno le iniziative ed azioni previste per il 2013 per il rilancio (o conferme) dell’agricoltura regionale?

Dal punto di vista del contesto politico settoriale comune a tutte le strutture di settore occorre ricordare che la Commissione europea ha presentato i testi delle sette proposte di regolamento relative alla riforma della PAC tra cui le più importanti riguardano i pagamenti diretti e l’OCM unica, lo sviluppo rurale e il sistema di finanziamento della PAC. In tale contesto  nel 2012  si sono attivate le necessarie iniziative volte da un lato a definire una posizione comune con le altre Regioni in seno alla Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni e dall’altro a predisporre i necessari dispositivi per la realizzazione della strategia Europa 2020. Nel corso del 2013 pertanto, pur nell’incertezza della conclusione del negoziato per l’approvazione del quadro finanziario pluriennale e la definizione dei regolamenti comunitari attuativi, si dovranno implementare le azioni volte alla definizione dei documenti di programmazione e delle misure attuative volte alla promozione dello sviluppo rurale orientando il sostegno alle piccole e medie imprese  verso l’innovazione, la promozione del capitale umano e le produzioni di qualità garantendo un uso sostenibile delle risorse naturali e del fragile contesto territoriale della nostra regione. Importante sarà continuare la politica trasversale di semplificazione delle procedure regionali avvalendosi degli strumenti normativi e informatici predisposti, accompagnata da una sempre maggiore ed efficace attività informativa verso gli operatori, che intendiamo coinvolgere fattivamente nella predisposizione degli strumenti attuativi e di sostegno alle imprese. Il nuovo approccio per lo sviluppo del settore sarà necessariamente orientato alla competitività e alla cooperazione in un’ottica di integrazione sinergica con gli altri Fondi Strutturali assicurando un uso mirato delle risorse  orientato al risultato.

3. In vista delle prossime Politiche, cosa auspica dal nuovo Governo nazionale e cosa chiede per l’agricoltura?

Per l’agricoltura veneta chiediamo di poter attivare una politica agricola non dipendente dalla Unione europea. In particolar modo desideriamo che il nuovo Governo, di qualunque natura esso sia, non cada a “scaricare” sul secondo pilastro del Programma di Sviluppo Rurale gli interventi prima finanziati a livello nazionale, come ad esempio i libri genealogici, il piano irriguo nazionale e così via.
Inoltre, particolare attenzione è richiesta alle politiche dell’innovazione nel settore agricolo, che hanno grandi margini di sviluppo, alla semplificazione, al ricambio generazionale e al coinvolgimento dei giovani imprenditori agricoli nelle fasi di discussione e definizione delle linee strategiche da applicare.

4. Il 2013 sarà l’anno che porterà l’agricoltura nella nuova Pac: qual è il ruolo che a suo avviso dovrebbero avere le Regioni e quali interventi e modiche finali auspica sul documento attuale?

Le Regioni dovrebbero veder confermato il loro ruolo centrale nella programmazione rurale, mantenendo la massima incisività nella gestione degli interventi dei propri organismi pagatori regionali (quali Avepa). È difficile in questa fase definire le modifiche da apportare al testo della nuova PAC in quanto esso non ha ancora raggiunto forma definitiva. Sono stati infatti presentati numerosi emendamenti che verranno analizzati e votati in sede di Parlamento europeo.
Certamente esiste una certa preoccupazione da parte nostra in merito alle risorse complessive e alla regionalizzazione che potrebbero influenzare ed addirittura penalizzare aree importanti dell’agricoltura veneta come ad esempio la zootecnia.

5. In conclusione: per il 2013 quali sono i buoni propositi e gli aspetti da migliorare per la “sua” agricoltura?

Abbiamo di recente avviato un tavolo di confronto con i giovani agricoltori ed appassionati di agricoltura in Veneto, mediante la creazione di un forum online capace di raccogliere le loro opinioni e versioni sulla nuova PAC, sulla programmazione del PSR e sulle strategie di medio-lungo termine del comparto agricolo. Siamo in grado di garantire ulteriore sviluppo del settore rurale proprio grazie agli elementi di innovazione, non solo generazionale, ma anche strutturale, all’interno dell’impresa e nelle coltivazioni. Numerosi sono i progetti ad oggi seguiti da Veneto Agricoltura, che grazie alla ristrutturazione in atto, avrà modo di dedicarsi in modo mirato e specializzato alla ricerca e all’innovazione del settore agricolo.
Sicuramente cercheremo nel corso del 2013 di potenziare la presenza dei nostri rappresentanti veneti a Bruxelles in modo da essere sempre più influenti a livello comunitario e far eco delle nostre esigenze e necessità. Ricordiamo che il Veneto è e rimane la prima regione italiana per export di prodotti vitivinicoli, classificandoci ai primi posti anche negli altri comparti agricoli, grazie ad un patrimonio di prodotti tipici e a denominazione di origine che tutto il mondo ci invidia.

Lorenzo Benocci

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