Export made in Italy: le sei priorità per il rilancio del settore carne

Durante l’Assemblea pubblica, che si è tenuta oggi a Roma, Lisa Ferrarini – rieletta Presidente ASSICA, nel corso dell’Assemblea privata di ieri – ha lanciato le 6 priorità per l’Export alimentare. L’export di questo vero e proprio alfiere del made in Italy è, infatti, particolarmente penalizzato da barriere tariffarie e non tariffarie. In questo contesto, il settore delle carni e dei prodotti a base di carne è particolarmente regolamentato. Molto spesso, infatti, i Governi di Paesi terzi utilizzano le misure veterinarie per introdurre barriere commerciali. In tale ambito abbiamo purtroppo in Italia alcune Regioni in cui il livello di sicurezza veterinaria non è all’altezza di quelle ad alta vocazione e di quelle dei nostri partner comunitari. Questo crea confusione in chi ci guarda da lontano e deve acquistare i nostri prodotti; inoltre fornisce argomentazioni per impedire l’export dei nostri salumi e della carne fresca.

Export – Nonostante il successo della recente apertura degli USA, infatti, risulta oggi ancora impossibile esportare verso importanti Paesi extra UE i salumi a media/breve stagionatura (salami, pancette, coppe, ecc), la bresaola, la carne suina e gli altri prodotti freschi. Le perdite per la filiera dovute a queste barriere si possono prudenzialmente stimare in circa 250 milioni di euro/anno di mancate esportazioni.
Per fare qualche esempio, la Danimarca esporta ogni anno carne e altri prodotti freschi per oltre 1,2 miliardi di euro. La Spagna per oltre 500 milioni di euro. L’Austria, che ha meno della metà del nostro patrimonio suinicolo, esporta carne fresca per oltre 125 milioni di euro. L’Italia ha esportato solo 70 milioni di euro, 1 diciassettesimo della Danimarca e 1 settimo della Spagna, poco più della metà dell’Austria.

2012 alle spalle
– "Il difficilissimo 2012 che abbiamo alle spalle e i primi preoccupanti dati del 2013, confermano che il futuro del settore passa necessariamente dalla capacità di crescere all’estero, in particolare sui mercati extra-UE" ha sottolineato Lisa Ferrarini, Presidente di ASSICA. "Agire rapidamente è fondamentale, perché il tempo non è una variabile indipendente: mentre le nostre aziende attendono i necessari provvedimenti i concorrenti europei e internazionali guadagnano posizioni difficilmente recuperabili in futuro".

Le sei priorità per l’export alimentare – 1. Eliminare ogni pretesto per le barriere non tariffarie 2. Concludere accordi di libero scambio (eliminare i dazi) 3. Creare una Cabina di regia per l’Export 4. Coordinare le azioni di promozione, dall’ICE alle Fiere 5. Strutturare linee di credito adeguate per le imprese che esportano 6. Qualificare la nostra presenza all’estero: dai Desk anticontraffazione all’Addetto commerciale agroalimentare

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