In calo produzione (-3,3%) e valore aggiunto (-4,4%). Anche l’agricoltura colpita dalla crisi

Nel 2012 l’agricoltura mostra i primi segnali della crisi del 2008, sia in termini di caduta della produzione (-3,3%), sia, soprattutto, del valore aggiunto, la cui flessione in questo anno (-4,4%) e’ quasi il doppio di quella verificata per il Pil (-2,4%). Di fatto, comunque, l’agricoltura ha assorbito meglio la recessione in atto, almeno nei primi due anni. A tracciare il quadro è il decimo rapporto sullo stato dell’Agricoltura presentato oggi a Roma dall’Inea. Sintomo di una ristrutturazione del settore e’ la diminuzione delle imprese agricole, che si attestano a 809.745 unita’ del 2012, con una riduzione di circa 19mila unita’. Nel 2012 la spesa per i consumi intermedi dell’agricoltura, inclusa la silvicoltura e la pesca, e’ stata pari a 25.040 milioni di euro correnti (+2,9% rispetto al 2011), dovuto all’aumento dei prezzi (+5,1%) e alla diminuzione delle quantita’ utilizzate (-2,1%). Il commercio internazionale ha visto la crescita delle esportazioni agro-alimentari dal 7% all’8,2% del totale nel periodo 2007-2012. Ad un incremento in valori correnti di soli 5,1 miliardi di consumi alimentari interni, si contrappone una crescita di 7,3 miliardi, a prezzi correnti, di esportazioni di prodotti alimentari. La bilancia commerciale alimentare ha registrato un andamento positivo del saldo normalizzato, passato dal -15% del 2007 al -9% del 2012. Il rapporto sullo stato dell’agricoltura, dichiara Tiziano Zigiotto, presidente dell’Inea, si conferma come un appuntamento istituzionale di riflessione e approfondimento sulle evoluzioni del sistema agroalimentare, rimarcando luci ed ombre di un settore che merita sempre piu’ attenzione, perche’ e’ uno dei pilastri su cui poggia la forza del Made in Italy nel mondo".

OCCUPAZIONE – Gli occupati totali del settore agricolo scendono dai quasi 870.000 del 2007 agli 849.000 del 2012, con una drastica riduzione di quelli indipendenti (-3,7% rispetto al 2011) imputabile alla forte prevalenza di aziende familiari presenti in Italia, che sono diventate inattive. Nel 2012 la riduzione dei lavoratori nei campi ha colpito soprattutto il centro (-1,5%) e il Mezzogiorno (-1,0%) mentre si e’ verificato un aumento al Nord (+1,5%). Il calo dell’occupazione agricola ha riguardato prevalentemente l’occupazione femminile con una notevole variazione negativa di circa il 12% (-4 mila unita’) nell’Italia centrale, rispetto al 2011. In aumento ancora il lavoro degli stranieri in agricoltura che nel 2012 ha raggiunto il valore di 115 mila occupati (+ 11% rispetto all’anno precedente e + 114% rispetto al 2008). In leggera diminuzione, invece, per il settore agricolo il tasso di irregolarita’1 dell’occupazione (36,3% nel 2012): storicamente molto elevato si e’ aggravato dal 2007, anno in cui ha registrato una variazione sull’anno precedente del +4%.

ENERGIE RINNOVABILI – La produzione di energia rinnovabile elettrica ha gia’ quasi raggiunto l’obiettivo europeo 20-20-20 (circa 93 Twh prodotti nel 2012 rispetto ad un obiettivo 2020 di 100 Twh) per la crescita delle installazioni, in particolare degli impianti fotovoltaici: dal 2010 l’Italia ha incrementato la capacita’ installata di circa 13 Gw, raggiungendo quasi 17 Gw complessivi. E’ un risultato raggiunto con costi significativi per la collettivita’ (oltre 10 miliardi di euro/anno sulla bolletta energetica dei consumatori), ma anche benefici ambientali (riduzione di 18 milioni di tonnellate di Co2), occupazionali ed economici (tra cui la riduzione di importazioni di combustibili fossili per 2,5 miliardi l’anno) e di sicurezza energetica. Per quanto riguarda le agroenergie quello che ci si attende dal Piano energetico nazionale al 2020 e’ un contributo totale delle biomasse per 5,67 Mtep (di cui 5,25 dalle biomasse solide, 0,26 dal biogas e 0,15 dai bioliquidi), mentre elaborazioni piu’ recenti (Enea-Coldiretti), parlano di un contributo energetico potenziale aggiuntivo dell’agricoltura al 2020 di 11,50 Mtep e un contributo percentuale delle agroenergie rispetto al bilancio energetico nazionale al 2020 complessivamente dell’8%, con emissioni di Co2 evitata di 26,37 Mt/anno e un impatto occupazionale di circa 100.000 unita’.

AGROALIMENTARE POSITIVO –  Segnali positivi dall’industria alimentare che, nonostante la battuta d’arresto dell’economia, registra, registra nel 2012 un lieve miglioramento del valore aggiunto (+0,8%) con una crescita del fatturato di 2,3% rispetto all’anno precedente .Secondo il Rapporto Inea si conferma il settore manifatturiero piu’ importante per l’Italia dopo il metalmeccanico (pari circa al 10,7% dell’intero settore manifatturiero in termini di occupazione e l’11% per valore aggiunto). Nell’industria agro-alimentare nel 2012 le imprese rimangono sostanzialmente invariate, rispetto all’ano precedente, attestandosi a 56mila unita’ circa. Nel 2012 i consumi alimentari registrano una contrazione della spesa per generi alimentari a valori correnti dello 0,7% (portandosi a 137,8 miliardi di euro) e una contrazione di rilievo a valori costanti (-3%). La spesa media mensile delle famiglie si attesta a 2.419 euro in valori correnti (-2,8% rispetto all’anno precedente) e diminuisce anche la spesa alimentare mensile delle famiglie, passando da 477 a 468 euro

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