Alluvione in Sardegna, morti e devastazione. Senza prevenzione è sempre emergenza

In Sardegna è emergenza totale. La furia del maltempo ha portato devastazione e, purtroppo, ancora vittime. Una tragedia nella tragedia. Un quadro estremamente drammatico che ripropone in maniera ferma l’esigenza di una valida opera di prevenzione dei disastri naturali. Il ripetersi ciclico degli eventi calamitosi non può portare alla rassegnazione perché essi sono incontrollabili e ineluttabili. Al contrario, è necessario superare atteggiamenti passivi o superficiali, adottando strategie dinamiche di progetto e di azione, attraverso gli strumenti ordinari della programmazione: progettare in sicurezza per assicurare un territorio tutelato e al tempo stesso produttivo. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori che esprime solidarietà alle famiglie colpite da questo nuovo disastro. Il ciclone Cleopatra ha portato forti temporali e piogge abbondantissime. Le conseguenze anche per l’agricoltura sono disastrose. I danni incalcolabili. Le campagne della Sardegna -rileva la Cia- sono in ginocchio. Sono andate sott’acqua strutture aziendali e fabbricati agricoli (serre, magazzini, cascinali, cantine, stalle). Centinaia di famiglie sono state evacuate. Danneggiati diversi macchinari. Moltissimi i campi coltivati allagati. Frane, smottamenti e straripamenti dei fiumi e dei canali hanno reso impraticabili molte strade rurali. Pesanti le conseguenze anche per gli allevamenti (numerosi i capi andati dispersi). Da qui la richiesta dell’immediata dichiarazione dello stato di calamità.

Sempre in emergenza – Il maltempo sta avendo effetti pesantissimi anche in altre regioni, in particolare in Calabria e in Puglia, dove si registrano allagamenti e smottamenti dei terreni. Quest’ennesima tragedia -avverte la Cia- dimostra ancora una volta l’assoluta mancanza di prevenzione. Dal 1950 a oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamità naturali. Sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra a opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane. E quello che sta avvenendo ripropone con forza le tematiche legate all’assetto idrogeologico e alla sicurezza delle persone e delle attività produttive, soprattutto in agricoltura. Per comprendere la complessità del problema e l’esigenza di provvedere in fretta per una reale difesa del suolo basta citare un dato per tutti: oggi 8 comuni su 10 sono in aree ad elevata criticità idrogeologica; oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale. Ecco perché accanto agli interventi legati all’emergenza necessaria e urgente, appare sempre più indispensabile un’azione coordinata e programmata del governo e delle Regioni volta all’attività di prevenzione dei disastri naturali. Occorre, secondo la Cia, predisporre un programma pluriennale di manutenzione ordinaria del territorio, partendo dal livello, che appare ottimale, di Bacino idrografico, con il concorso di tutti gli Enti locali interessati, coinvolgendo, per la realizzazione, gli agricoltori e le loro strutture organizzate con particolare riferimento ai Consorzi di bonifica. Nello stesso tempo è necessaria -evidenzia la Cia- la valorizzazione dell’agricoltura e degli agricoltori nelle politiche di difesa dell’assetto idrogeologico del territorio, nell’ottica europea della multifunzionalità. È in questa logica che si conclude la rincorsa all’emergenza derivante da calamità naturali ed inizia la fase della prevenzione, dell’organica e razionale sistemazione e delle regole condivise per l’uso corretto del suolo e delle acque.

Confagricoltura: "Occorrono misure urgenti"   – Confagricoltura esprime profondo cordoglio per le vittime del ciclone che ha colpito la Sardegna. Anche nelle campagne la situazione è gravissima, in particolare a Nuoro, Olbia ed Oristano. Le case rurali, le strutture ed i campi sono stati completamente allagati e devastati. “La situazione – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli –  è drammatica, ma non siamo ancora nelle condizioni di quantificare i danni. In questo momento contano le vittime. E siamo impegnati con le nostre strutture territoriali a fornire tutta l’assistenza alla popolazione colpita”. “Il dramma che sta vivendo la Sardegna – evidenzia Confagricoltura – dimostra ancora una volta la necessità di mettere in sicurezza il territorio, di avviare il riassetto idrogeologico del nostro Paese, sempre più esposto in modo catastrofico agli effetti del maltempo. Rivalutando il ruolo che le imprese agricole svolgono nella salvaguardia dell’ambiente e nella tutela dell’ecosistema”.

CONFEURO: BASTA MISURE TAMPONE, SERVONO INTERVENTI STRUTTURALI – Ancora una volta si vedono gli effetti catastrofici delle mancate politiche preventive, e le tristi conseguenze del maltempo, – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – ne sono una ulteriore riprova. Purtroppo nel nostro paese sembra impossibile riuscire ad elaborare una pianificazione che riesca a mettere in sicurezza il territorio, e i fatti di queste ore in Sardegna, insieme ai rischi ambientali derivanti dalla particolare situazione in cui versa la Terra dei Fuochi, sono una triste dimostrazione degli ingenti danni derivanti dall’incapacità di uscire dalle logiche emergenziali per entrare in quelle strategiche.
Come Confeuro – conclude Tiso – abbiamo spesso auspicato che il governo esercitasse il suo diritto-dovere di governare, ma fino ad ora non ha lasciato nessun segno tangibile del suo operato; ed è per questo che, passata la retorica fase dell’indignazione, non crediamo verrà presa nessuna iniziativa degna di nota a sostegno delle bellezze paesaggistiche italiane.

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