La crisi ‘taglia’ anche l’albero di Natale. Calano del 20% gli acquisti al vivaio

Meno alberi di Natale, più piccoli e “riciclati”: anche quest’anno la crisi investe il simbolo delle feste e, seppure la metà delle famiglie non ci rinuncerà, cresce il numero di chi semplicemente tirerà fuori dalla soffitta il vecchio abete sintetico di dodici mesi prima. Mentre continuano le difficoltà per l’albero della tradizione, quello “vero”, per cui si stima un crollo degli acquisti nei vivai superiore al 20 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

 

Più in dettaglio – Su circa 12 milioni di alberi che addobberanno le case degli italiani in questo periodo festivo, il 58 per cento sarà composto da esemplari “artificiali”, in un caso su tre recuperati da anni passati -spiega la Cia-. Sicuramente alberi meno costosi, ma anche molto meno ecologici.

Al contrario degli abeti naturali che, una volta ripiantati permettono di accrescere il patrimonio boschivo collettivo, quelli “finti” arrivano in Italia dopo aver percorso migliaia di chilometri, e quindi avendo già inquinato moltissimo. Senza contare che una volta buttati via impiegano più di 2 secoli a degradarsi con un impatto ambientale devastante. Inoltre, sono spesso trattati con sostanze chimiche nocive con cui bisogna “convivere” per quasi un mese, mentre gli abeti veri contribuiscono alla salubrità dell’aria di casa -sottolinea la Cia-. Eppure oggi i vivai sono sempre più in crisi: rispetto al 2008 se ne vendono quasi la metà e anche la produzione interna è diminuita, complici l’aumento dei costi produttivi, la minore richiesta e la bassa resa per gli agricoltori. Un abete, infatti, ha bisogno di 5-6 anni per raggiungere un’altezza commercializzabile, per poi essere venduto all’ingrosso a cifre che oscillano tra i 7 e gli 8 euro a pianta.

 

Dimensioni e costi – Ma a “unire” le due tipologie in questo ennesimo Natale di austerity -osserva la Cia- ci sono sicuramente le dimensioni degli alberi, che quest’anno si ridurranno di almeno una taglia in 4 casi su 5. E non solo in salotto, ma anche in piazza, visto che anche molti enti locali e aziende private hanno dovuto ridurre il budget da dedicare a luci e decorazioni, almeno quanto le famiglie. In particolare -conclude la Cia- l’85 per cento degli italiani si orienterà su esemplari economici, spendendo mediamente tra i 20 e i 45 euro per i “naturali” e tra i 10 e i 32 per i sintetici. Solo l’11 per cento è disposto a superare i 50 euro per ospitare nel proprio salotto alberi più ingombranti ed evidenti, che superino i 140 centimetri. Mentre a concedersi il lusso di superare i due metri di altezza sono solo il 5 per cento degli italiani, che arrivano a destinare tra i 200 e i 250 euro per quelli di plastica e più di 300 per quelli veri.

 

   

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