In Toscana l’agricoltura sociale è realtà. 362 le persone con disabilità che lavorano in campagna

In Toscana sono 362 persone con disabilità che svolgono attività in campagna grazie al progetto di "Agricoltura sociale" della Regione Toscana. Un progetto, lanciato dalla Toscana con modalità uniche in Italia, finanziato in prima battuta con 2 milioni di euro e avviato grazie ad un bando del 17 aprile 2012. Di agricoltura sociale, dello stato del progetto della Regione, delle nuove prospettive, del suo ruolo non solo in termini di inclusione sociale, ma anche di sostenibilità, multifunzionalità dell’agricoltura e di diversificazione si è parlato oggi all’Istituto degli Innocenti di Firenze, durante una giornata di lavoro dedicata a questo tema che è stata organizzata dalla Regione Toscana.
 
Questi i numeri, ad oggi, del progetto regionale 
– 362 sono le persone accolte nel progetto. La maggior parte di loro (260) ha un’età compresa fra 18 e 40 anni, 11 hanno meno di 18 anni, altri 91 ne hanno più di 40. Tutti hanno problemi di disabilità o di disagio. In gran parte si tratta di disabilità o disagio di tipo psichico (243 persone), mentre 43 sono i soggetti autistici. 15 hanno avuto esperienza con il carcere, 45 di tossicodipendenza, altri 16 hanno invece problemi di diverso tipo. Le aziende agricole che li hanno accolti sono 53, dislocate in tutto il territorio regionale. 30 sono le cooperative di tipo B e 51 gli enti/associazioni: anche questi sono dislocati in tutto il territorio regionale. I progetti sono di tipo triennale in 229 casi, biennale in 29 casi e annuale in 104 casi. L’unicità del progetto toscano sta nel fatto che ad ognuno dei soggetti accolti nel progetto viene corrisposta, direttamente nelle loro mani, una somma, che rappresenta per loro una sorta di "salario" per l’attività svolta. E per molte di queste persone è stato il primo e unico "salario" che abbiano ricevuto. Il progetto prevede che per ciascuna delle persone accolte si possa erogare fino ad un massimo di 14 mila 400 euro per un triennio. Nel caso sia necessario un accompagnatore è possibile erogare fino a 6 mila euro in un triennio per questa figura. Ad oggi, dei 2 milioni stanziati, sono stati impegnati 1 milione e 950 mila 461 euro.

L’INTERVENTO DELL’ASSESSORE GIANNI SALVADORI – "L’agricoltura sociale continuerà in Toscana". La frase, attesa e richiesta da tutta la platea, è stata pronunciata dall’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori che oggi ha concluso il convegno sui risultati del primo anno del progetto di "agricoltura sociale" finanziato dalla Regione, fino a questo momento con 2 milioni di euro, già interamente impegnati.  Durante il convegno ci sono state testimonianze che parlano di lavoro nei campi o negli orti, di recupero di terreni marginali e magari abbandonati, di allevamento di animali e che raccontano di straordinari miglioramenti che hanno reso talvolta inutili i farmaci e talvolta hanno permesso di ridurne considerevolmente l’uso. L’assessore Salvadori ha sottolineato come questa prima esperienza sia stata finanziata con fondi regionali, ma ha anticipato la possibilità di un intervento per il futuro anche facendo ricorso ai fondi comunitari FSE e FEASR. Intanto ha rassicurato: i fondi comunque ci saranno. Salvadori ha ribadito che l’agricoltura sociale è un’attività economica che non va confusa con l’assistenzialismo e non va etichettata di "buonismo", ma che deve garantire reddito per le imprese e per chi ci lavora. Rispetto al passato cambia però l’ottica, che non sarà più di tipo verticale, ma sarà orizzontale. "L’essere umano – ha detto l’assessore – non è fatto per la verticalità,  e noi vogliamo dare risposte all’essere umano in tutta la sua dimensione umana. Per questo gli agricoltori si sono fatti carico di queste questioni, che attraverso l’agricoltura possono avere una risposta." In relazione a prospettive future dell’agricoltura sociale, Salvadori ha parlato di  interventi di "innovazione sociale". "Interventi che possono permettere il presidio umano in tanti piccoli borghi montani che rischiano di morire,  dove non ci sono servizi nè per gli anziani nè per i bambini, dove è difficile vivere per una famiglia di giovani."  In questo contesto l’assessore ha ribadito la valenza multifunzionale dell’agricoltura, anche come presidio per il paesaggio e contro il dissesto idrogeologico. Ha rilanciato inoltre una delle caratteristiche della Toscana, che – ha detto-  " è conosciuta nel mondo per il suo civismo." "In questo modo – ha ribadito – noi non facciamo un’operazione di piccolo cabotaggio, ma di grande politica, facciamo vievere la Costituzione, che altrimenti rimane un pezzo di carta, ci presentiamo al mondo come esempio di economia civile, che fa reddito, ma che è capace anche di far ricadere sul territorio i benefici di questo reddito." Infine Salvadori ha lanciato la proposta di presentare all’Expo 2015 di MIlano l’agricoltura sociale, portando in quel contesto "un’esperienza forte che rispecchia la carta d’identità stessa della Toscana, che dal rinascimento ad oggi è concosciuta per la sua bellezza, per il suo buon cibo  e per la sua cultura, ma anche come esempio di civismo". Fra gli intervenuti al convegno, oltre a rappresentanti di enti, associazioni, imprese che operano nel settore, i parlamentari Manuela Granaiola (Commissione Igiene e sanità del Senato) e Luca Sani (Commissione Agricoltura della Camera), Luigi Martignetti segreteraio generale rete europea REVES, Massimo Toschi, consigliere della Regione per i diritti dei disabili.

Informazione pubblicitaria