Expo 2015, un’occasione per l’agroalimentare italiano

“Expo 2015 è una grande opportunità per il nostro Paese, che non possiamo non cogliere”. Lo ha ribadito Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari intervenendo oggi in Commissione Agricoltura della Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari con riferimento ad Expo 2015. All’audizione hanno partecipato il direttore nazionale Cia Rossana Zambelli, il direttore generale di Confagricoltura Luigi Mastrobuono e il responsabile area normativa di Fedagri Matteo Milanesi in rappresentanza dell’Alleanza delle cooperative”.

L’appuntamento –
“Abbiamo già raggiunto un obiettivo non scontato” -ha affermato il direttore della Cia Rossana Zambelli-. “Si parla di agricoltura, di agroalimentare, ci si interroga sui modelli, si ragiona sulle potenzialità, approfondendone le connessioni con lo sviluppo del territorio. Compito di noi rappresentanti delle categorie è non far spegnere questa attenzione, darle una struttura che diventi permanente, agganciandoci a progetti e fatti concreti”.

I target –
Agrinsieme condivide gli obiettivi politici di Expo 2015: la ricerca di un nuovo equilibrio fra produzione e consumo alimentare; lo sviluppo della food security, della food safety, della sostenibilità e del rapporto cibo-cultura. E condivide anche la “mission” per noi italiani: far rinascere nel mondo il desiderio del nostro Paese, attraverso i contenuti strategici dell’agroalimentare, espressione dell’italian life style, ma anche luogo delle innovazioni, dell’efficienza e dello sviluppo sostenibile.

Cosa occorre fare –
“Per raggiungere questi obiettivi -ha detto il direttore generale di Confagricoltura- occorre coerenza. Tra la centralità dell’Expo e dei suoi temi e quella delle politiche agroalimentari del nostro Paese; tra il livello innovativo dell’evento e la modernizzazione del nostro sistema agricolo; tra lo spessore della “mission” e la capacità di rappresentanza, evitando la frammentazione tra categorie, territori, produzioni; tra globalità dell’esposizione e la capacità di internazionalizzazione del sistema agroalimentare italiano”. “Questo -ha continuato Mastrobuono- richiede a noi rappresentanti delle categorie una riflessione su strategie, ruoli e comportamenti. Arriveremo più preparati all’appuntamento con fatti concreti che aprano opportunità di business, anche fuori dall’Expo. E soprattutto riusciremo a lasciare nel mondo un messaggio moderno e positivo della nostra agricoltura e del nostro Paese”.

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