Spesa alimentare resta il segno meno. Calo dello 0.7% nei primi sette mesi

Nei primi sette mesi di quest’anno i dati del Panel famiglie Ismea-Gfk-Eurisko rivelano in Italia un’ulteriore contrazione dei consumi alimentari, in calo su base annua dello 0,7% in valore e dell’1% in volume.
Una conferma di quanto già riscontrato nel 2013, quando la spesa alimentare aveva però subito una riduzione di oltre il 3%. La tendenza, seppure negativa, sembra dunque attenuarsi, mentre prosegue grosso modo allo stesso ritmo la caduta dei volumi di acquisto, in calo ormai dal 2010. Nel dettaglio, i dati confermano un pesante bilancio per il comparto dei lattiero caseari (-4,8% le quantità acquistate dalle famiglie italiane), con riduzioni soprattutto a scapito di latte e formaggi freschi. Si attenua invece la dinamica negativa nel reparto ortofrutticolo (-1%), a fronte però di prezzi al consumo inferiori ai livelli dello scorso anno.

Carni – Risalgono la china gli acquisti di carni che, dopo il pesante stop del 2013, recuperano complessivamente mezzo punto percentuale. A trainare il comparto è ancora il pollame, il meno caro, ma qualche miglioramento si registra anche per le carni bovine. Stessa dinamica per pesci e prodotti ittici in generale, con il più 0,8% che ribalta l’andamento negativo del 2013. Più spazio nel carrello degli italiani per gli oli extra vergine di oliva (+2,5% su base annua), ma anche per i biscotti e i prodotti della pasticceria industriale (+4%). In affanno le uova, che, in controtendenza rispetto al dato 2013, perdono il 2,8%, mentre restano negativi i dati sui consumi di pasta, che in quantità segnano un meno 0,8%, e di vini che arretrano di un altro 2,8%.
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