Consumo suolo: Martina e Galletti chiedono legge entro l’anno

Il Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, e il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, hanno inviato una lettera al Ministro per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, in merito alla legge di “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”, attualmente all’esame della Camera dei Deputati. “Il disegno di legge in questione – si legge nella lettera congiunta – rappresenta un passaggio importante e molto atteso al fine di introdurre norme per contenere il consumo del suolo, valorizzare il suolo non edificato, promuovere l’attività agricola che sullo stesso si svolge o potrebbe svolgersi, nonché per perseguire gli obiettivi del prioritario riuso del suolo edificato e della rigenerazione urbana rispetto all’ulteriore consumo del suolo inedificato, al fine complessivo di impedire che lo stesso venga eccessivamente «eroso» e «consumato» dall’urbanizzazione. Tali esigenze risultano particolarmente pressanti anche alla luce dei fenomeni di dissesto idrogeologico che sono alla base di numerose tragedie anche recenti”. In conclusione i Ministri Martina e Galletti chiedono “di voler sollecitare alla Presidenza della Camera una rapida conclusione dell’esame del disegno di legge al fine di una sua calendarizzazione in Assemblea auspicabilmente prima della fine dell’anno”.

Cia: bene pressing ministri Martina e Galletti. Legge in merito è fondamentale – “E’ positivo il pressing dei ministri Martina e Galletti per arrivare a una legge sul consumo di suolo entro l’anno. Si tratta di una norma fondamentale che sollecitiamo da tempo, perché mentre la cementificazione avanza a ritmi frenetici, l’agricoltura continua a perdere terreno, avendo dovuto rinunciare negli ultimi vent’anni anni a più di 2 milioni di ettari”. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito alla lettera inviata dai ministri delle Politiche agricole e Ambiente al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. “Perdere terreno agricolo vuol dire, da un lato, aumentare la nostra dipendenza dall’estero nel capitolo agroalimentare -sottolinea la Cia- e, dall’altro, mettere a rischio un patrimonio paesaggistico che, tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, vale più di 10 miliardi di euro l’anno”. “L’estensione della superficie agricola -continua la Cia- è legata direttamente alla sicurezza alimentare, ma se da una parte cresce la domanda globale di cibo, dall’altra diminuiscono le terre coltivate. Una contraddizione che va fermata e affrontata, prima di tutto a livello nazionale”. E poi “una nuova attenzione al territorio oggi è necessaria anche per motivi ambientali. La mancata manutenzione del suolo, il degrado, la cementificazione selvaggia e abusiva, l’incuria, l’abbandono delle zone collinari e montane dove è venuto meno il fondamentale presidio dell’agricoltore, contribuiscono a quei fenomeni di dissesto idrogeologico del Paese che sono alla base di tragedie anche recenti. E’ ora di cambiare pagina, quindi, creando un futuro con più agricoltura e una politica territoriale veramente efficace”.

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