Verso le urne: la Cia ai candidati consiglia ‘più agricoltura per lo sviluppo della Toscana’

 Sviluppo della Toscana? Serve più agricoltura. E’ questo l’invito della Cia Toscana alle forze politiche in vista delle elezioni regionali del 31 maggio. Proprio oggi la Direzione regionale della Cia Toscana – che si è riunita alla sede degli Olivicoltori Toscani Associati, a Cerbaia (Fi) – ha approvato un Documento programmatico che sarà proposto a tutti i candidati alle Regionali  affinché il confronto elettorale in corso per il rinnovo del Consiglio Regionale e del Governo della Regione Toscana, si concentri su idee, proposte e strategie finalizzate a dare slancio allo sviluppo economico e sociale del nostro territorio.
«Con questo spirito – sottolinea il presidente Cia Toscana Luca Brunelli – rivolgiamo le nostre riflessioni e proposte a tutti i candidati ed a tutte le forze politiche,  auspicando che possano essere oggetto di condivisione e di un futuro comune impegno nel contesto delle Istituzioni regionali». Far ripartire lo sviluppo, gestire il cambiamento garantendo la coesione sociale, rilanciare la competitività del territorio a partire dall’agricoltura e dalle aree rurali: sono alcune delle scommesse che la Toscana – secondo la Cia – deve affrontare, basando la propria azione  su alcune parole chiave.

Intanto la concertazione come volano di sviluppo: la concertazione, troppo spesso considerata come un peso o un rito burocratico, è stata in realtà la chiave di volta dei risultati della Legislatura. La concertazione è un metodo per rendere efficace ed efficiente il processo decisionale e condivisi i percorsi attuativi delle decisioni assunte, rappresentando ed interpretando la complessità dei processi sociali e delle sue specificità.
Governare il cambiamento: le riforme sono macchine che bisogna saper guidare; alla politica, agli Assessori della nuova Giunta, spetterà il difficile compito di gestire il processo di riordino amministrativo avviato, il cui esito non è scontato ed avrà comunque conseguenze decisive sulle prospettive di sviluppo della Toscana.
Agricoltura come “benzina verde” dello sviluppo: promuovere nei fatti la centralità dell’agricoltura come fattore chiave delle politiche di sviluppo, significa rilanciare tutte le politiche economiche (industriali, di distretto, per l’internazionalizzazione, ecc..) in grado di creare filiere economiche integrate finalizzate alla piena valorizzazione delle produzioni agricole toscane, .
Territorio come destino: il territorio è il principale valore della Toscana e fattore di produzione essenziale per l’agricoltura. Occorre unire tutela e valorizzazione, creando le condizioni per la competitività del territorio, sul piano delle politiche sociali, ambientali, sanitarie e delle infrastrutture, dando piena “cittadinanza” alle economie ed alle popolazioni delle aree rurali. 

Pochi obiettivi con tempi certi – «In Toscana non partiamo da zero – commenta il presidente Cia Brunelli -, le opzioni strategiche fondamentali relative alle politiche per l’agricoltura e le aree rurali sono state elaborate nel vivo del quotidiano confronto con il Governo e le istituzioni della Toscana. La scommessa del prossimo futuro riguarda soprattutto l’attuazione di queste strategie, sia attraverso la piena utilizzazione delle opportunità derivanti dalle risorse UE, che facilitando i percorsi di sviluppo ed il dinamismo. All’attenzione dei candidati e delle forze politiche vogliamo pertanto proporre non un libro dei sogni, né un ridondante programma di legislatura, ma alcuni precisi e immediati obiettivi da perseguire e realizzare nell’arco dei prossimi 1-2 anni, come condizione per dare impulso e slancio alla ripresa dell’economia delle aree rurali a partire dall’agricoltura».
COMPETITIVITÀ DELL’AGRICOLTURA – Il comparto agricolo, nel contesto di crisi generalizzata dell’economia di questi anni, ha mostrato una certa tenuta; ma anche un progressivo aggravamento della crisi di alcuni comparti produttivi, mentre conferma la sua debolezza strutturale l’agroalimentare toscano. A peggiorare la situazione la pressione faunistica (ungulati e predatori), le sempre più frequenti calamità  ed alcune scelte sbagliate di politica fiscale a livello nazionale (a partire dall’IMU).
TERRITORIO COME DESTINO – La gestione del territorio assume un valore strategico prioritario ai fini di una vera competitività della Toscana; serve discontinuità, sono necessarie soluzioni coraggiose ed innovative, in parte già impostate dagli interventi normativi approvati in questa Legislatura. Occorre ribaltare la gerarchia degli interventi – precisa la Cia Toscana – e delle priorità, riportando i territori rurali, troppo spesso “dimenticati” o rappresentati come cartoline, al centro delle scelte di governo del territorio. Ma anche armonizzare gli strumenti di pianificazione territoriale al contesto normativo regionale. Sui predatori, le iniziative assunte a livello regionale sono positive, ma bisogna accelerare l’attuazione del progetto di contenimento degli ibridi e dei canidi. In questo quadro il riordino delle competenze in materia di gestione faunistica e degli ATC assume grande importanza e delicatezza. Bene la razionalizzazione, ma attenzione a garantire un capillare presidio territoriale nella gestione faunistica. Difesa del suolo: come Cia Toscana abbiamo sostenuto il processo di riforma e di riordino dei Consorzi di bonifica.
SVILUPPO DELLE AREE RURALI – Le politiche per lo sviluppo delle aree rurali non possono essere identificate o confinate alla sola attuazione del PSR. Occorrono strategie di valorizzazione di tali aree che chiamano in causa soprattutto scelte relative alle infrastrutture ed ai servizi, che debbono garantire pari dignità ed opportunità ai cittadini ed alle imprese delle aree rurali. In particolare attraverso infrastrutture diffuse (viabilità, logistica. Banda larga); servizi e welfare e con la valorizzare le diverse agricolture toscane

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