Allarme Xylella, il batterio non aspetta i tempi della giustizia

Agrinsieme Puglia – il coordinamento delle organizzazioni agricole C.I.A. (Confederazione italiana agricoltori), Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agci ) e Copagri – in merito alla inchiesta della Procura di Lecce relativa alla Xylella fastidiosa, che ha portato al sequestro di tutti gli ulivi delle province di Brindisi e Lecce interessati da provvedimenti di abbattimento decisi nel corso dell’ultimo piano redatto dal commissario straordinario Giuseppe Silletti e nella quale sono indagate 10 persone, esprime perplessità sulle notizie che circolano e chiede che vengano rispettati gli obblighi necessari per contrastare il batterio. Non si comprende questa situazione dove la Magistratura ribalta il parere scientifico e nega protocolli utilizzati a livello internazionale per contrastare fenomeni come la Xylella fastidiosa.

Perplessità – Agrinsieme Puglia manifesta perplessità pur prendendo atto che, dalle indagini, emergerebbe che la sintomatologia del grave disseccamento degli alberi di ulivo “non è necessariamente associata alla presenza del batterio della Xylella, così come d’altronde non è ancora allo stato dimostrato che sia il batterio, e solo il batterio, la causa del disseccamento”.

“I provvedimenti delle autorità comunitarie e nazionali, nonché i pareri delle autorità sanitarie europee e della comunità scientifica, impongono determinati interventi per eradicare o comunque delimitare la diffusione della malattia degli ulivi -osserva Agrinsieme Puglia-. Fino ad oggi ci hanno detto di comportarci in un determinato modo. Ora ci si obbliga a muoverci in maniera opposta. Incomprensibile visto il livello dei professionisti universalmente stimati che hanno lavorato per trovare una soluzione al problema con un preciso protocollo operativo”. “Le preoccupazioni sono acuite ulteriormente dal fatto che il temporeggiare e il non rispettare le disposizioni comunitarie rischia di mettere in serio pericolo il resto della olivicoltura pugliese e tutto il florovivaismo nazionale -conclude Agrinsieme Puglia-. Non solo dal punto di vista sanitario ma anche commerciale. La Comunità europea, non rispettando gli obblighi imposti al nostro Stato, potrebbe avviare una procedura d’infrazione e al contempo infliggere un colpo letale all’olivicoltura italiana”.

 

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