‘Il territorio non è un brand’: M5S contro liberalizzazioni denominazioni dei vini

“Difendere le certificazioni Dop(Denominazione di Origine Protetta) e Igp (Indicazione Geografica Protetta) del vino italiano che, per definizione, riportando in etichetta il nome del vitigno, garantiscono la provenienza dell’eccellenza made in Italy – dal Lambrusco al Fiano e dall’Aglianico al Cesanese – e quindi il suo legame con il territorio che, è bene ricordarlo anche in vista di accordi internazionali come il Ttip, non è un brand che può essere ceduto a qualunque produttore di qualsiasi parte del mondo”. È questo, in sintesi, il contenuto di una risoluzione presentata dai deputati del M5S in Commissione Agricoltura contro la revisione in atto da parte della Commissione Ue delle norme vigenti che disciplinano l’etichettatura dei vini.
“Com’è possibile pensare che in futuro, se la Commissione Ue dovesse approvare queste modifiche, il termine Aglianico, che oggi si riferisce al noto vino originario del Sud Italia, possa ritrovarsi sull’etichetta di un vino spagnolo? – incalza Silvia Benedetti, portavoce 5stelle e prima firmataria della risoluzione – Lo stesso potrà accadere anche agli altri nostri vini d’eccellenza, che potranno essere citati in etichetta sulla bottiglia di un qualunque vino europeo”.

“Con questa risoluzione chiediamo al Governo di impegnarsi a tutelare in sede europea gli interessi dell’Italia, e di tutto il comparto vitivinicolo perché non vogliamo assistere né tantomeno renderci complici di una nuova svendita delle eccellenze made in Italy”, hanno concluso i parlamentari 5stelle.

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