La Razza Chianina unisce la Valdichiana. Nasce un protocollo per il rilancio. Ma nei ristoranti 1 su 2 è un ‘falso’

La razza Chianina unisce ciò che la geopolitica aveva diviso, ovvero i comuni della Valdichiana senese e aretina. Un matrimonio ‘storico’ oltre che economico per un’area che vuole rilanciare una la principale produzione del territorio, la regina della zootecnia del Centro Italia, che proprio in Valdichiana trova le proprie origini. Intanto la sigla di un protocollo fra i comuni di Sinalunga (in provincia di Siena) e di Cortona (Arezzo), documento che verrà esteso a tutti i comuni della zona a cavallo fra le due province.
Il protocollo vuole valorizzare il territorio attraverso i prodotti zootecnici e in particolare il legame con la razza Chianina: così il protocollo fra i comuni della Chianina, è stato presentato oggi a Cortona, nell’ambito di un incontro dedicato “alla zona di origine della razza Chianina”.

INTERVENTI – «La Chianina – ha sottolineato il sindaco di Cortona Francesca Basanieri – rappresenta la nostra storia, dagli Etruschi ai giorni nostri; rappresenta il nostro territorio della Valdichiana, tutto – ha precisato -, ed uno stile di vita che tanto piace ai turisti». In particolare, il protocollo prevede l’impegno reciproco alla promozione territoriale, la valorizzazione dei loro prodotti tipici con particolare riferimento alla carne chianina. «L’obiettivo di questo protocollo – ha spiegato il sindaco di Sinalunga Riccardo Agnoletti – è quello di restituire un valore culturale e un legame sempre più stretto tra la carne chianina e il suo territorio di origine. Da Bettolle e Sinalunga vogliamo che parta una progettualità per arrivare a creare un consorzio di tutela del marchio legato all’origine in grado di unire la Valdichiana senese a quella aretina. E’ il coinvolgimento di Cortona è il primo passo in questa direzione. Un primo protocollo in questa direzione è stato siglato a Sinalunga con l’Associazione Amici della Chianina».
«La collocazione baricentrica di Sinalunga – ha aggiunto l’assessore alla cultura Emma Licciano – fa del nostro comune la capitale naturale di questa razza che, nel corso dei secoli, ha rappresentato un vero e proprio simbolo che ha scandito i tempi della nostre famiglie. La Chianina diventa, in questo contesto, un vero e proprio elemento caratterizzante il nostro paesaggio da un punto di vista identitario».
Albano Ricci, assessore all’agricoltura del Comune di Cortona ha annunciato la 63esima edizione della Mostra interprovinciale dei bovini di Razza Chianina, in programma (domani 12 marzo) a Camucia (Piazza Chateau Chinon), dove (alle 11.30) si terrà una lezione da parte degli studenti dell’Istituto tecnico Agrario “Vegni” dal titolo “I criteri di una corretta valutazione della Razza Chianina”.

La Chianina che non c’è – Fra gli interventi, quello dell’allevatore Massimo Chianucci, che ha parlato della mancanza di prodotto nel mercato a fronte di una crescente richiesta. «Soltanto rifornendo la chianina a tutti quei ristoranti che dicono di averla, dovremmo raddoppiare la produzione e forse anche i prezzi». In pratica, almeno un ristorante su due, dice di cucinare carne di razza chianina, ma chianina non è. Un gran problema. Problema dei prezzi che resta un ostacolo ad un vero rilancio della produzione:«Un settore che suscita interesse di mercato  – ha aggiunto -ma che ha avuto negli anni problemi di prezzi, e ha portato alla chiusura di molti allevamenti della nostra area». Ha parlato della propria esperienza, Enrico Lagorio della Tenuta La Fratta: «Portare avanti la chianina giorno dopo giorno è sempre più difficile e spesso non è sostenibile – ha detto -; noi siamo riusciti a sfruttare le filiere agricole ed a creare un mercato importante». Il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai, anche per la precedente esperienza di assessore all’agricoltura ha ricordato l’importanza della razza in questo territorio ed il lavoro fatto negli anni per il rilancio zootecnico “Ingannare il consumatore non conviene, sono necessari i controlli severi» ha detto Vasai. Stefano Scaramelli, consigliere regionale: «Finalmente una Valdichiana unita, non più differenze fra senese e aretina. Chianina elemento di congiunzione insieme agli Etruschi, bisogna lavorare per far sì che i turisti vengano nel nostro territorio per la chianina, così come vanno a San Gimignano e a Montalcino per il vino». Francesco Prina, della commissione agricoltura della Camera: “Tradizione, innovazione e valore aggiunto sono le parole emerse. E’ nella qualità e nell’impegno che vinceremo la sfida». Infine il direttore dell’Associazione regionale allevatori, Claudio Massaro: «Necessario lavorare come filiera. La Chianina è una realtà di assoluta eccellenza della zootecnia, ma abbiamo una carenza di produzione di carne – ha detto – dobbiamo darsi degli obiettivi, ma dopo la produzione non possiamo lasciare ad altri valorizzazione e valore aggiunto».

La Chianina in cifre – La Toscana conta complessivamente circa 600 allevamenti di Chianina. Il 60% circa ha una consistenza di 10-50 capi, mentre rientrano nella fascia 50-100 capi il 20% circa degli allevamenti. Di queste aziende la maggior parte (53%) ha un sistema di allevamento a ciclo chiuso, mentre solo il 13% delle aziende è specializzato nell’ingrasso. Il restante 34% alleva vitelli da ristallo. Il dato sugli allevatori di Chianina mostra una rilevante presenza di giovani: sono oltre 100 gli allevamenti condotti da giovani; inoltre sono presenti 80 aziende dove un giovane affianca il titolare.
A fronte di una richiesta da parte dei consumatori i dati parlano di una diminuzione dei capi di razza Chianina – negli ultimi cinque anni – del 4,9%, contro una crescita nelle regioni limitrofe di produzione, ovvero Lazio (+10,5%) e Umbria (+7,4%). Inoltre, negli ultimi tre anni, tante piccole aziende di allevamento sono state costrette a chiudere (-3,2% dal 2009 al 2011).

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