Il Polo di Formazione per lo Sviluppo Agro-Zootecnico sul rilancio dell’allevamento parte da innovazione e sostenibilità

E’ stato presentato a Roma al Castello di San Giorgio, sede della azienda agricola e zootecnica Maccarese S.P.A. in anteprima il primo piano dei corsi, che partiranno nell’anno formativo 2019-2020, del neo costituito “Polo di Formazione per lo Sviluppo Agro-Zootecnico”.

La nuova associazione formativa, che coinvolge i principali operatori dell’agroalimentare che si occupano di gestione, sviluppo e ricerca in campo agrozootecnico ed agricolo ha tra i partner  con un ruolo di primo piano l’Associazione Italiana Allevatori, Coldiretti, Maccarese S.P.A., Crea, Università (Unitus-Università della Tuscia di Viterbo e Università Europea di Roma) e aziende leader nel settore agro zootecnico, della impiantistica e meccanizzazione agricola, della mangimistica e farmaceutica e della genetica.

Il “Polo di Formazione per lo Sviluppo Agro-Zootecnico”, è stato ricordato in sede di presentazione dal presidente dell’azienda ospitante Silvio Salera e dal direttore generale Claudio Destro, presente anche in veste di vicepresidente A.I.A., svolgerà le sue attività corsistiche teoriche nelle sale del Castello di San Giorgio avvalendosi per la parte formativa pratica del Centro Zootecnico dell’azienda sita a Maccarese, nel Comune di Fiumicino (Roma).

Ha coordinato i lavori della mattinata il responsabile e direttore del Comitato Scientifico del “Polo”, il professor Paolo Moroni (Università di Milano e Cornell University  Ithaca di New York-Usa), che ha sottolineato tra l’altro la necessità per il nostro Paese di formare nuovi manager  in campo agrozootecnico, con l’obiettivo di innescare anche un “trasferimento virtuoso di competenze” fra studiosi, ricercatori e operatori.

Presenti all’incontro anche il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, e l’assessore regionale all’Agricoltura del Lazio Enrica Onorati che nel compiacersi per la realizzazione del progetto del “Polo di Formazione”, prima esperienza in Italia in questo settore, ne hanno rimarcato all’unisono l’importanza sia per il territorio che per la “concertazione” messa in campo in un unicum  che vede riuniti tutti gli attori della filiera.

Tra gli obiettivi dell’attività formativa del “Polo”, è stato ricordato, quello di garantire una gestione sostenibile sul piano economico e ambientale della stalla “4.0”, anche per venire incontro sia alle esigenze di innovazione e mantenimento dei livelli di redditività degli allevatori e sia per rispondere alle richieste dei consumatori in tema di garanzie di trasparenza e salubrità delle produzioni di derivazione agro-zootecnica.

Finalità condivise anche da Coldiretti, rappresentate sul palco da Ettore Prandini, vicepresidente nazionale dell’Organizzazione Professionale Agricola e consigliere A.I.A., che ha tra l’altro aggiunto come gli organi di rappresentanza devono capire ancora appieno il valore della formazione e della ricerca, che sono “alla base di ogni percorso”. Prandini ha altresì sottolineato alcuni punti di forza della zootecnia nazionale, primo fra tutti il grande patrimonio di biodiversità animale, che nel nostro Paese è “ricchissimo e inimitabile”. L’investimento in ricerca finalizzata anche al benessere animale, ha quindi sostenuto, è importante poi per meglio collocare il prodotto “made in Italy ” sui mercati esteri, in un quadro sempre crescente di internazionalizzazione. Un altro punto fondamentale riguarda la sostenibilità ambientale, ed in questo il tema delle energie rinnovabili e della valorizzazione dei digestati e dei reflui zootecnici ha un peso non indifferente.

Il ruolo fondamentale del Sistema Allevatori nella rilevazione ed elaborazione periodica dei dati raccolti in azienda con l’attività di controllo funzionale è stato più volte chiamato in causa durante l’incontro. A ribadire la progettualità più recente messa in campo dal Sistema Allevatori è intervenuto anche il direttore generale di A.I.A., Roberto Maddé, che ha tra l’altro ricordato alcuni importanti numeri inerenti soprattutto il settore lattiero. “A.I.A. ad oggi controlla l’80% del latte prodotto nelle stalle italiane, su un patrimonio di oltre 1.250.000 bovine in produzione. E’ interessante anche notare come, in controtendenza, negli ultimi 14 anni a fronte di una consistente diminuzione numerica degli allevamenti bovini da latte le aziende sottoposte ai controlli funzionali siano rimaste sostanzialmente inalterate”. Infine il Direttore Generale di A.I.A. ha fatto riferimento alle ultime importanti adesioni al disciplinare “Gli Allevamenti del Benessere”, che danno la dimensione dell’attenzione crescente delle aziende alla valutazione della sostenibilità ambientale.

 

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