Ricerca di qualità per dare maggiore competitività al Made in Italy. Crea presenta il piano triennale davanti a Centinaio

«Un sistema decisionale basato sulla conoscenza e una ricerca di qualità, coerente con le sfide globali – dal cambiamento climatico alle nuove tecnologie – ma calibrata sui fabbisogni nazionali e finalizzata a consolidare sempre più il Made in Italy agroalimentare: ecco la strategia vincente di un’agricoltura italiana che sa rinnovarsi, mantenendo la propria identità e incrementando la sua competitività». Lo ha affermato Salvatore Parlato, presidente del CREA, illustrando il piano di ricerca dell’Ente – vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo – nel corso della presentazione agli stakeholder e alle istituzioni svoltasi oggi a Roma. Tra gli interventi, anche quello del sottosegretario di Stato Alessandra Pesce, che ha sottolineato il ruolo fondamentale della ricerca per il rilancio dell’agricoltura.

Sono 4 le direttrici su cui si concentreranno i progetti di ampio respiro: cambiamenti climatici, con particolare attenzione ad acqua e suolo in quanto risorse strategiche del Paese; biodiversità e biotecnologie, con l’intento di preservare le varietà tipiche della nostra tradizione; agricoltura digitale, mirata ad una piattaforma italiana per la gestione avanzata delle produzioni agricole e forestali; ambiente e qualità per certificare e tracciare prodotti sempre più riconoscibili e sostenibili.

Accanto ai progetti, saranno realizzate infrastrutture della ricerca in grado di elaborare soluzioni efficaci e tempestive sui temi più sensibili del settore. Per esempio, per fronteggiare le Invasioni Biologiche di organismi e microrganismi alieni dannosi all’agricoltura, in modo adeguato e con livelli di sicurezza biologica pari agli standard dei Paesi più avanzati, il CREA ha avviato la realizzazione di due Laboratori da Quarantena, uno a Firenze per il controllo di Insetti-Acari-Nematodi e uno a Roma per il controllo di Virus-Batteri-Funghi. I due laboratori opereranno in sinergia tra loro e in stretto rapporto con la struttura del Servizio Fitosanitario Centrale del MIPAAFT e con i Servizi Fitosanitari Regionali, per assicurare un tempestivo supporto diagnostico, essenziale per circoscrivere i fenomeni. Inoltre, per aumentare e rendere sempre più disponibile il patrimonio di conoscenze, saranno avviate piattaforme integrate ed evolute in grado di identificare e contrastare le frodi alimentari, assicurare la certificazione delle sementi, facilitare il miglioramento genetico, fornire modelli di analisi, sviluppo, previsione e valutazione d’impatto sia quantitativi che qualitativi. Senza dimenticare l’innovazione,  con la creazione di due Tecnopoli dedicati, uno a Lodi (su zootecnia, sementi, foraggi e bioenergie) e uno a Monterotondo (su economia circolare, agricoltura e zootecnia digitale, recupero e gestione biodiversità); a Rieti, invece, nascerà il Centro nazionale di agricoltura digitale. Una ricerca, insomma, davvero in campo, accanto a chi lavora e produce.

«La Ricerca è un motore di sviluppo culturale, tecnologico ed economico fondamentale nella vita di un Paese, senza di essa non c’è futuro – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio -. Il Crea rappresenta il principale ente di ricerca applicata e operativa a servizio delle aziende agricole, uno strumento fondamentale da valorizzare nel migliore dei modi per lo sviluppo della ricerca e dell’analisi economica del settore agroalimentare. Stiamo vivendo una fase nuova rispetto al passato che implica esigenze diverse. Dobbiamo investire di più in ricerca, innovazione e tecnologia ma soprattutto dobbiamo investire in modo mirato, con lo scopo di fronteggiare le sfide del sistema agroalimentare, in termini di innovazione, competitività e sostenibilità. La missione del Ministero sarà quella di accompagnare questo percorso. Dobbiamo fare squadra perché davanti c’è la grande occasione europea di Horizon 2020, dove il nostro Paese deve essere alla guida di uno sviluppo delle linee di studio e di innovazione e soprattutto dobbiamo fare il salto di qualità sulla ricerca agricola e agroalimentare italiana, dando spazio alle capacità, alla passione dei nostri ricercatori e il Crea dovrà essere sempre più forte ed efficiente a livello internazionale».

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