Giornata mondiale ambiente. Copagri: gli agricoltori sono i primi ad avere a cuore l’ecosistema

“I produttori agricoli sono i primi ad avere a cuore l’ambiente nel quale operano e lavorano e dal quale dipende gran parte del loro reddito; è anche e soprattutto per questo motivo che la salvaguardia dell’ecosistema del Paese, attraverso una produzione agroalimentare sostenibile, è una delle priorità della loro attività”. Così il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione del World Environment Day, la Giornata mondiale dell’ambiente che si celebra oggi e che è dedicata quest’anno all’emergenza legata inquinamento dall’aria, come si evince dallo slogan #BeatAirPollution.

“Il miglioramento e l’ottimizzazione della digeribilità dei mangimi, ad esempio, così come il pascolo libero, sono obiettivi che ci vedono impegnati in prima linea con i nostri allevatori e sono solo alcune delle tante modalità con le quali si può contribuire concretamente a ridurre l’inquinamento dell’aria; utili in questo senso sono progetti che puntano sulla produzione di latte fieno, che ha effetti positivi sulla salute delle persone e su quella delle vacche, con notevoli benefici anche dal punto di vista ambientale”, continua il presidente della Copagri.

“Di pari passo, bisogna puntare con sempre maggiore decisione su politiche e programmi appositamente mirati all’aumento dell’efficienza energetica e all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, continuando a perseguire la lotta agli sprechi alimentari; ridurre la quantità di cibo sprecato, infatti, può dare un significativo contributo al miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo”, aggiunge Verrascina.

“Analoga attenzione va poi dedicata all’economia circolare e alla raccolta differenziata, in modo da ridurre lo smaltimento dei rifiuti solidi e da separare questi ultimi dai rifiuti organici, che se trasformati in compost o bioenergia migliorano la fertilità dei suoli garantendo al contempo una fonte di energia pulita e alternativa”, osserva poi il presidente, ad avviso del quale “molto resta da fare anche in ambito domestico, dove è possibile ad esempio ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili, che continuano a essere utilizzati da circa 3 miliardi di persone per cucinare, riscaldare e illuminare le proprie case”.

 

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