Taglio parlamentari. Scanavino (Cia): riforma impoverisce la democrazia e rappresentanza aree interne

«Con il voto sul taglio dei parlamentari la democrazia si è impoverita». Il presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino commenta così, l’esito del provvedimento, giunto al termine del suo iter parlamentare.

«La riforma -secondo il presidente di Cia- avrà un impatto negativo sulla rappresentanza delle zone a bassa densità demografica, dove vivono complessivamente quasi 14 milioni di cittadini italiani. Sono quelle aree interne, il 60% del Paese, che hanno subìto la farsa della riforma delle province, trasformate in enti di secondo grado e che, di fatto, sono state private di un presidio territoriale di riferimento.

Le città o, addirittura, le metropoli sembrano essere l’unico riferimento della politica e delle azioni di programmazione istituzionale – dichiara Scanavino -. Ce ne siamo accorti anche in questi giorni di dibattito sulla legge di bilancio, in cui si parla di lotta al cambiamento climatico con misure che non sembrano prendere in considerazione le attività agricole. Per non parlare delle ridicole ipotesi di sussidio all’abbandono delle auto, attraverso bonus mobilità.

Vorremmo sapere cosa ne pensano sindaci e cittadini della dorsale appenninica -chiosa il presidente di Cia.- Davvero si pensa di poter affrontare il tema dell’ambiente in una prospettiva tutta metropolitana? Per Cia, – impegnata in questi mesi nel roadshow ‘Il Paese che Vogliamo’ da Nord a Sud Italia, ascoltando paure e aspettative dei cittadini delle aree interne -, si deve ripensare il governo democratico nazionale a partire da quei territori, lontani dai centri urbani in cui, non solo è difficile vivere e produrre, ma si lamenta un vero e proprio deficit di cittadinanza. Invece di sorprendersi, ogni volta, del voto di dissenso delle periferie -aggiunge Scanavino-, bisogna riprendere il sentiero interrotto della riforma delle province e affrontare seriamente la questione del ruolo delle Regioni, che i cittadini vivono, con ragione, come entità lontane dalla vita e dai problemi di tutti i giorni.

Di questi tempi, infine, -precisa Scanavino- va di moda assegnare le bandiere ai luoghi, dalla bandiera blu alle località balneari a quella arancione per le turistiche. Ora, ci sembra che, nel silenzio della politica e dei media, per i comuni delle aree interne, l’unica bandiera possibile sia quella bianca. Sarà la bandiera della resa, che alzeranno i paesi più sperduti, sulla soglia dell’estinzione e dello spopolamento. I paesi che nel nuovo disegno dei collegi elettorali, verranno penalizzati in favore dei candidati dei centri urbani e non avranno più alcuna rappresentanza parlamentare. Se la politica non comprende che queste zone rappresentano un’importante infrastruttura sociale ed economica, saranno inutili tutti i tentativi di razionalizzazione del Paese. Cia sta per vocazione dalla parte di cittadini e agricoltori delle aree interne e chiede a politici e istituzioni di ascoltarli e non voltare le spalle».

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