PNRR. Cia su dati Inail: Governo renda strutturale Transizione 4.0 a tutela salute agricoltori

ROMA – L’innovazione in agricoltura è sempre sinonimo di sicurezza sul lavoro.

Il calo del 19,6% nel 2020 delle denunce di infortuni nel settore rurale dichiarato, oggi, dall’Inail (da 32.692 a 26.287) è anche merito delle nuove tecnologie, che hanno permesso a imprenditori e lavoratori di contrastare il rischio di incidenti mortali e invalidanti.

Nella fase di finalizzazione del PNRR, Cia-Agricoltori Italiani chiede, dunque, al Governo Draghi misure specifiche per le imprese agricole che diano continuità al Piano Transizione 4.0, attualmente esteso al 31 dicembre 2022 dalla Legge di Bilancio.

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Secondo Cia, il dato positivo Inail conferma la valenza strategica del credito d’imposta in ambito agricolo, che ha per obiettivo l’incentivo degli investimenti in beni strumentali nuovi, funzionali alla trasformazione tecnologica dei processi produttivi nel settore rurale.

“Occorre ora -dichiara il presidente Cia, Dino Scanavino– che le misure a sostegno dell’innovazione siano rese strutturali nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il programma di investimenti che il Governo dovrà presentare entro il 30 aprile alla Commissione per accedere del Next Generation Eu. E’ necessaria una programmazione pluriennale che permetta di attuare una grande azione di rinnovamento del parco macchine agricole che, oltre a diminuire sensibilmente il numero degli infortuni, permetterà all’agricoltura di giocare un ruolo da protagonista per uscire dalla crisi scatenata dalla pandemia, con l’obiettivo di una ripresa più sostenibile e green”.

Dati INAIL

Al comparto agricolo, che nel 2020 ha occupato circa 912mila lavoratori contribuendo per il 2,2% al valore aggiunto prodotto dall’intera economia italiana, è dedicato il nuovo numero di Dati Inail, periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che sottolinea come le limitazioni imposte dal lockdown abbiano reso ancora più sensibile la diminuzione degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, dalle 1.600 denunce del 2019 alle 1.187 del 2020 (-25,8%)

 

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