Campi già a secco. Meno 75% di pioggia rispetto al 2019: Sicilia ed Umbria in sofferenza idrica. Grave situazione Basilicata, stabile Puglia

Il 75% di pioggia in meno rispetto ad un anno fa caduta nel mese di gennaio 2020: è questa la “fotografia”, che attesta l’ingresso dell’Umbria fra le maggiori candidate al rischio siccità; anche la Sicilia evidenzia sintomi di difficoltà idrica, perché gli invasi contengono 72 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso.

Ad evidenziarlo sono i dati periodicamente raccolti dall’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche e che certificano anche l’aggravarsi della situazione in Basilicata, dove mancano all’appello oltre 161 milioni di metri cubi: oggi sono circa 258 milioni (-17 milioni in una settimana!), mentre un anno fa erano circa 419 milioni; questa situazione sta creando crescente apprensione tra gli agricoltori che, a causa della crisi climatica e delle richieste di mercato, hanno da settimane  iniziato ad irrigare le coltivazioni di fragole e di peschi (già fioriti).

Stabile, ma a rischio, resta la situazione in Puglia, dove le riserve d’acqua, contenute negli invasi, sono praticamente dimezzate dall’anno scorso: oggi, quasi 141 milioni di metri cubi contro gli oltre 280 di 12 mesi fa.

Restano invece confortanti le condizioni idriche di Calabria, Abruzzo e, più a Nord, Sardegna; in significativa ripresa, nel Lazio, è il lago di Bracciano.

Permangono, invece, fortemente differenziate le condizioni delle risorse idriche di superficie in Emilia-Romagna: infatti, se i fiumi Savio e Secchia sono abbondantemente sotto la media storica, le dighe piacentine stanno segnando il massimo invaso del quinquennio più recente.

La situazione del fiume Po è in linea con le portate del periodo, pur mancando all’appello oltre 110 di metri cubi al secondo: nulla di allarmante, per ora, ma si spera in Giove Pluvio, per scongiurare problemi di gestione idrica con l’avvio della stagione irrigua.

Situazione interlocutoria anche per i grandi laghi del Nord: se i livelli dei più grandi (Maggiore e Garda) sono abbondantemente sopra la media, non altrettanto può dirsi di Iseo e Como.

In Piemonte sono rientrate nella regolarità le situazioni dei fiumi: Dora Baltea, Tanaro e Stura di Lanzo sono tutti al di sopra delle portate dello scorso anno.

“La fotografia della situazione idrica del Paese – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – conferma la necessità di nuovi investimenti per un Piano Nazionale di Infrastrutture Idriche del Paese, affinché si aumenti la capacità di trattenere le acque sul territorio, da utilizzare nei momenti di bisogno ed oggi indicata nell’11% della pioggia, che cade annualmente sull’Italia. Per quanto ci compete – conclude Vincenzi – puntiamo ad inaugurare, entro l’anno, le prime opere previste dai finanziamenti già assegnati.”

“Questa congiuntura idrica – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è aggravata dalle inusuali temperature del periodo, che stanno ingenerando un anticipo nei processi colturali e, per questo, bisognosi di apporti irrigui extra. A complicare il quadro – conclude Gargano – ci sono le molte settimane in assenza di piogge e nevicate.”

Informazione pubblicitaria