Chiusura di Taiwan alle carni e ai salumi italiani. Stupore di Assica

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Sconcerto e stupore da parte di ASSICA, Associazione Industriali delle carni e dei Salumi nell’apprendere che le autorità di Taiwan hanno rimosso l’Italia dalla lista dei Paesi indenni da Peste suina africana, motivando la decisione con un peggioramento delle condizioni veterinarie della Sardegna.

“Si tratta di una netta chiusura per l’export della nostra salumeria e delle carni suine verso Taiwan” – ha dichiarato il direttore di ASSICA Davide Calderone.

Come si apprende da una precisazione delle autorità di Taiwan, il provvedimento “non è legato alla decisione di Roma sulle restrizioni dei voli da e per Taipei sui timori di contagio del coronavirus”, ma è una mera misura precauzionale per evitare il rischio veterinario di introduzione della PSA sull’isola. Rischio che, secondo Taipei, sarebbe oggi ancora più alto a causa dell’incremento del fenomeno in Sardegna.

“Non comprendiamo il timore di Taiwan – prosegue Davide Calderone – nei confronti della situazione veterinaria in Sardegna: la Regione negli ultimi anni, con il supporto del Ministero della Salute e della Commissione Europea ha condotto un ottimo lavoro verso l’eradicazione totale della PSA che mai come oggi appare prossima.”
Una decisione che giunge dunque largamente inaspettata, specie considerando che Taiwan è un mercato di recente apertura per l’export di tutte le produzioni suinicole nazionali.

“Abbiamo festeggiato solo due anni fa l’apertura del mercato all’esportazione di carni suine e salumi italiane. Un’apertura che è stata frutto di una lunga negoziazione durata oltre cinque anni, con ben due missioni in Italia da parte degli ispettori del Bureau of Animal and Plant Health Inspection and Quarantine Food and Drug Administration (BAPHIQ). Un obiettivo che è stato fortemente voluto anche dal Ministero della Salute italiano, dall’Agenzia ICE di Taipei e dalla Commissione europea. Istituzioni che oggi vogliamo ringraziare per tutto il lavoro fin qui profuso, insieme alle rappresentanze diplomatiche italiane, e per essersi già prontamente attivate per il superamento di questa chiusura, che giunge ad aggravare la già difficile situazione di mercato e internazionale in cui versa il settore suinicolo italiano” ha dichiarato Nicola Levoni, Presidente di Assica.

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