Gli insetti antagonisti per contrastare la cimice asiatica. Lo spiega il Crea

di Pio Federico Roversi, direttore del CREA Difesa e Certificazione (su Georgofili.info)

La cimice asiatica Halyomorpha halys(Heteroptera: Pentatomidae) è una specie fitofaga originaria dell’Asia orientale, considerata organismo nocivo di primaria importanza in molti Paesi del Nord America e dell’Europa, che è divenuta in breve tempo un insetto chiave per la difesa fitosanitariain frutticoltura.

Questo pentatomide può infatti nutrirsi di un’ampia gamma di specie vegetali, quali pero, melo pesco, kiwi, vite, nocciolo, orticole, colture estensive quali la soia e piante ornamentali. Oltre a causare ingenti danni sulle colture agrarie con gravi ripercussioni economiche, la cimice asiatica arreca disturbo in ambito urbano, soprattutto a fine estate-autunno quando gli adulti si introducono nelle abitazioni per svernare.Nel controllo di questo Insetto dannoso la lotta chimica è di difficile applicazione, anche ricorrendo a sostanze ad ampio spettro, a causa dell’elevata polifagia e mobilità della specie, che obbliga ad effettuare trattamenti successivi nel corso della stagione con il rischio di vanificare i programmi di difesa integrataa minore impatto ambientale.

Anche altre impegnative strategie imperniate sull’uso di ostacoli per impedire l’ingresso delle cimici, come ad esempio l’utilizzo di reti di vario tipo, si sono dimostrate applicabili solo in determinati contesti.Nel caso della Cimice asiatica, trattandosi di una specie aliena con grandi potenzialità biotiche, in grado di dare luogo nei territori di nuova colonizzazione a vere e proprie “invasioni biologiche” favorita nella sua diffusione epidemica dalla mancanza di fattori biotici di contenimento, il ricorso alla “Lotta Biologica Classica” con l’individuazione nei luoghi di origine del fitofago di efficaci antagonisti naturali, e la loro introduzione nei nuovi ambienti, rappresenta il cardine di una corretta strategia necessaria a ricondurre questi organismi al di sotto della soglia di danno, ripristinando situazioni di equilibrio degli ecosistemi agrari alterati.Tra gli antagonisti naturali della Cimice asiatica particolare importanza assumono gli Ooparassitoidi, minuscoli Imenotteri di lunghezza inferiore ai due millimetri innocui per l’uomo e le colture, capaci di deporre le loro uova nelle uova delle Cimice uccidendole. A livello mondiale l’attenzione nell’ambito di questi nemici naturali della Cimice si è concentrata in particolare sulle quella specie indicata come “Vespa samurai” e su altre specie affini dimostratisi in grado di svolgere una efficace azione di biocontrollo.

Nel quadro della definizione di un programma di Controllo Biologico della Cimice asiatica, le ricerche del Centro CREA Difesa e certificazione(CREA-DC), su incarico del Comitato Fitosanitario Nazionale e del MiPAAF, previa acquisizione di tutte le necessarie autorizzazioni internazionali e nazionali, sono state avviate nel 2018 con l’introduzione in condizioni di quarantena di un ceppo di Vespa samurai (Trissolcus japonicus), per verificarne con test di Laboratorio potenzialità e impatto ambientale.Stante che nel mese di settembre 2019 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPR n.102 che reintroduce in Italia la possibilità di realizzare interventi di Lotta Biologica Classica, in attesa del DM con il Regolamento attuativo del “Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare” che dovrà stabilire le modalità di presentazione e di valutazione delle necessarie indagini di impatto ambientale, è stato insediato un Tavolo Tecnico per la predisposizione di un possibile Piano Nazionale di Controllo Biologico della Cimice asiatica a supporto dell’agricoltura italiana.

Il Tavolo Tecnico Controllo Biologico della cimice asiatica, presieduto dal Servizio Fitosanitario Centrale del MIPAAF, vede la partecipazione dei Servizi Fitosanitari di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Trento, Bolzano, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, e si avvale del contributo del Centro CREA Difesa e certificazione, della Fondazione E. Mach, del Centro di Laimburg e delle Università di Padova, Torino, Modena-Reggio Emilia e Perugia ed ha già iniziato ad operare attivamente per rendere possibile dopo il completamento dell’iter legislativo un intervento di Lotta Biologica su vasta scala.

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