Obiettivo, acquisire il 50% di quota di mercato con la noce Lara.
I nocicoltori trevigiani, riuniti nella cooperativa Il Noceto che ha sede a Chiarano, delineano con chiarezza le loro strategie per la prossima stagione per lasciarsi alle spalle i risultati sconfortanti dell’annata che si è appena conclusa.
“Nel 2019 la produzione di noci nel Veneto è stata falcidiata dal meteo sfavorevole e dalle cimici, che hanno quasi dimezzato il raccolto, come avvenuto in tutto il Nord Italia che ha incassato 7 milioni di euro di danni – spiega Giangiacomo Bonaldi Gallarati Scotti, presidente del Noceto e di Confagricoltura Treviso, associazione che vanta un grande numero di produttori nella cooperativa – . L’estrema piovosità del mese di maggio ha creato problemi nella fase di allegagione, mentre il freddo di giugno ha rallentato la crescita e la grandine di settembre ha rovinato i frutti. La cimice, con un 25-30 per cento di danni, e la proliferazione della batteriosi a causa della diminuzione imposta dall’Ue nell’utilizzo di rame, hanno completato la disfatta. La perdita di fatturato è stata stimata in 1,9 milioni di euro a causa del dimezzamento del raccolto. Dovremmo invece triplicare la produzione data la grande richiesta della nostra noce Lara, che sta avendo grande successo anche con gli importatori stranieri essendo di calibro molto grande e avendo un gusto particolarmente dolce. Ci conforta il fatto che abbiamo continue richieste di adesioni alla cooperativa, in quanto molti agricoltori stanno investendo in impianti di noci come alternativa a colture in crisi, come i seminativi. Attualmente abbiamo 14 soci, ma potremmo arrivare al raddoppio. Poi dovremmo però potenziare gli impianti per riuscire a trasformare il prodotto in tempi rapidi. La speranza è che quest’anno il meteo ci permetta di portare a casa una buona stagione”.
La cooperativa trevigiana, che conta 14 soci (anche dal Veneziano e dal Friuli Venezia Giulia) assomma 360 ettari in produzione (su 700 totali in Veneto), puntando ad arrivare a 430 nel 2020 e oltre quota 500 entro 5 anni. Oltre alla Lara, la varietà di cui la cooperativa è leader in Italia, si sta cominciando a sperimentare la coltivazione della noce pecan e di altre tipologie di frutta secca, mentre molti soci hanno già piantato nocciole.
“La cooperativa nasce nel 1993 e per prima introduce in Italia la nocicoltura intensiva e la varietà Lara – spiega il direttore del Noceto, Michele Sciannimanica -. L’idea iniziale si è rilevata premiante sia dal punto di vista agronomico che di mercato, e oggi la cooperativa, da oltre vent’anni diventata Op (organizzazione di produttori), è leader di mercato della varietà Lara avendo conquistato la Noce d’Oro un posto di eccellenza nel mercato della frutta in guscio e delle noci. Siamo riusciti a creare una nicchia ad alto valore aggiunto, determinata sia dall’aspetto esteriore del prodotto che dalla qualità interna. Il mercato della noce ha ampi potenziali di crescita. Oggi in Italia si producono solo 10.000 tonnellate contro le 80.000 degli anni Settanta e Ottanta, quando la regina era la noce di Sorrento che è poi andata in crisi. Attualmente il consumo interno è di 50.000 tonnellate, quindi dobbiamo importarne 40.000”.
Il Noceto è da sempre attento all’ambiente: la Noce d’Oro già gode del marchio regionale Qualità verificata e da quest’anno delle certificazioni di biodiversità dei suoli, nonché di prodotto a residuo zero. “Abbiamo chiesto all’Ue, attraverso l’onorevole Mara Bizzotto che ha presentato un’interpellanza, la possibilità di competere ad armi pari con mercati che possono utilizzare 70 prodotti fitosanitari contro i 15 nostri e 35 chili di rame contro i nostri 4 – sottolinea Sciannimanica – . Non vogliamo aumentare i trattamenti o le sostanze, ma vogliamo far capire al consumatore che il prodotto più economico che arriva dai paesi extra Ue è prodotto con un bassissimo livello di attenzione all’ambiente per consentire alte rese di produzione. Attendiamo risposte e intanto abbiamo aderito a un gruppo di lavoro di nocicoltori del Nord Italia per studiare come combattere le nuove malattie che ci hanno colpito o le nuove avversità come la cimice asiatica. La Noce d’Oro è stata certificata ISO 9001 già nel 2002 e da molti anni ha anche ottenuto la certificazione di filiera, ma l’obiettivo più grande a cui puntiamo è quello di ottenere il marchio d’origine igp per il nostro prodotto”.
In Italia vengono prodotte annualmente dalle 10.000 alle 15.000 tonnellate di noci, di cui 4.000 in Veneto: il Noceto attualmente rappresenta una quota di mercato del 10% con obiettivo al 15% entro pochi anni. Considerando però la sola varietà Lara, il Noceto rappresenta da solo il 35/40% del mercato e punta ad arrivare al 50%.