Coronavirus. Agriturismi per ospitare persone in isolamento, il Veneto agricolo si divide

Agriturismi per la quarantena di malati da coronavirus o per gli isolamenti? Lo sta già facendo la Toscana con l’accordo fra la Regione e le associazioni di categoria (leggi) che ha visto subito l’adesione della Cia con dieci strutture (leggi). Di questa possibilità se ne parla anche in Veneto fra favorevoli, la Cia Agricoltori Italiani e pronto già a mettere agriturismi a disposizione e chi nettamente contrario, come Confagricoltura.

Cia Veneto mette a disposizione agriturismi per persone bloccate in regione o in isolamento – Gli agriturismi disponibili ad ospitare le persone bloccate in Veneto o in isolamento obbligatorio. È una delle proposte che Cia Agricoltori Italiani Veneto ha rivolto alla Regione, con una lettera inviata al presidente Luca Zaia e agli assessori all’Agricoltura Giuseppe Pan, al Turismo Federico Caner e alla Protezione Civile Giampaolo Bottacin. La Cia agricoltori italiani – spiega il presidente regionale Gianmichele Passarini – mette in campo il massimo sforzo per fronteggiare tale emergenza, nella consapevolezza che lavorando insieme potremo uscirne tutti più forti di prima. Ecco perché intendiamo dare la disponibilità dei nostri agriturismi, a ricevere le persone che per vari motivi sono bloccate nella nostra Regione o che – obbligate all’isolamento – possano usufruire delle nostre strutture, seguendo le norme e le prescrizioni per la sicurezza, in collaborazione con le autorità che gestiscono l’emergenza coronavirus».

Inoltre Cia Veneto, sul modello già attuato nelle varie regioni d’Italia intende mettere a disposizione le stesse aziende agrituristiche o quelle autorizzate alla vendita diretta (prodotti coltivati in proprio) per l’eventuale consegna a domicilio della spesa e/o anche di pasti preconfezionati. «Per fare questo abbiamo chiesto al Governatore Luca Zaia di derogare la legge regionale sull’agriturismo – aggiunge Passarini – visto che ad oggi non prevede tali attività». Infine Cia Veneto garantisce la disponibilità dei nostri associati, che sono muniti di attrezzature specifiche, per quello che riguarda la sanificazione delle strade. «Vogliamo solo capire a chi rivolgerci (il sindaco, la Regione, l’Asl, la Protezione Civile) e quali saranno i protocolli di utilizzo dei prodotti emanati dall’Istituto Superiore della Sanità di concerto con la Protezione Civile, per il coordinamento: prima cominciamo, meglio è».

Confagricoltura. Agriturismi veneti: No a ospitalità a persone in quarantena – Ospitare le persone in quarantena? Gli agriturismi veneti rispondono no. Se la Regione Toscana ha già stretto un accordo con le associazioni di settore, ricavando 2.000 posti letto in hotel, residence e agriturismi per persone affette da Coronavirus in isolamento o convalescenza, le strutture di Confagricoltura mettono le mani avanti e spiegano di non essere preparate e attrezzate per una simile evenienza.

“Un conto è garantire l’ospitalità a persone bloccate in Veneto e che non possono tornare nei rispettivi Paesi di provenienza, com’è accaduto ai braccianti agricoli romeni rimasti in Trentino senza alloggio – spiega Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, e titolare dell’agriturismo Monte Sereo a Bastia di Rovolon -. Altro è ospitare, come hanno deciso in Toscana, persone in isolamento che non hanno, in casa, la possibilità di mantenere effettive distanze dai familiari conviventi; oppure positivi al Coronavirus che non hanno sintomi o hanno sintomatologie non gravi, o ancora persone guarite che escono dal percorso ospedaliero ma non hanno ancora raggiunto la completa negativizzazione e dunque la guarigione virale. Le nostre strutture non hanno gli spazi idonei, perché hanno al massimo 15 camere, e non sono neppure attrezzate per questo. Potremmo, invece, ospitare famiglie con bambini che hanno bisogno di spazi sani fuori dalla città. Ma attualmente questo non è concesso dalle norme”.

Diverso è il discorso relativo alla preparazione pasti o la consegna di cibo a domicilio: “È da un mese che siamo fermi, le spese sono tantissime e cominciano a esserci problemi di liquidità e qualsiasi soluzione potrebbe aiutarci – aggiunge -. Purtroppo però la legge regionale sugli agriturismi ci pone molti limiti e paletti. Non possiamo neppure preparare pasti preconfezionati da consegnare all’esterno, ad esempio, un’attività che potrebbe essere proficua per noi in questo momento”.

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