Bando indigenti. Consorzio Pecorino Romano soddisfatto: beneficio per tutta la filiera, fare fronte comune

Il Consorzio del Pecorino Romano, a seguito della pubblicazione da parte di AGEA delle determine e delle specifiche di invito per l’appalto della fornitura di formaggio da latte di pecora  DOP da destinare agli indigenti nazionali, esprime soddisfazione per  la procedura adottata, che è articolata in due fasi e consentirà l’utilizzo della produzione della corrente campagna casearia.

Il bando prescrive, infatti, il conferimento di formaggio di pecora DOP  con stagionatura tra 5 e 10 mesi, impedendo così di fatto l’utilizzo delle eventuali giacenze con stagionatura superiore.

Il Consorzio ringrazia in modo particolare il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova per la sensibilità e la capacità di ascolto dimostrate.

COME FUNZIONA LA PROCEDURA – Il bando prevede due fasi di fornitura e consegna. Per ciascuno di essi è fissato un valore d’asta iniziale di 6 milioni e 422.000 euro, per un quantitativo di 713.555 chili, pari quindi a 9 euro al chilo, comprensivo di confezionamento e trasporto agli enti caritativi.

SI PUNTA ANCHE AL VALORE STABILE DELL’OFFERTA – “Questo provvedimento è stato emanato a seguito della conversione in legge del cosiddetto decreto emergenze del 29 marzo 2019”, ricorda il presidente del Consorzio, Salvatore Palitta. “Lo spirito del decreto era e rimane quello di estendere un importante beneficio a tutta la filiera, direttamente con la fornitura ed indirettamente mantenendo un valore stabile nell’offerta, evitando così il rischio di esporre il mercato a valori al ribasso”.

SERVE CONVERGENZA PER AMPLIARE I BENEFICI – “Il bando indigenti cade in un momento molto particolare, dove alcuni segmenti del mercato sono completamente fermi per via dell’emergenza sanitaria, in particolare l’HORECA (ristoranti e alberghi), il settore della ristorazione collettiva e il commercio al dettaglio non organizzato. Sarebbe dunque auspicabile una convergenza di tutti i produttori, per fare fronte comune, in modo che che il beneficio sia esteso a tutta l’intera filiera”, conclude Palitta.

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