Cambiale agraria e della pesca. Stop a portale Ismea, Upa Siena: «Necessario un nuovo plafond»

Troppe domande (7500) sul portale di Ismea dedicato alla cambiale agraria e della pesca. E così l’istituto dalle ore 13 di oggi ha sospeso il portale. «Una notizia che non avremmo mai voluto leggere» dichiara l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena. Tutte le domande ricevute saranno, ora, istruite secondo l’ordine cronologico di presentazione fino ad esaurimento dei 30 milioni di euro messi a disposizione dell’Istituto.

«No a differenze di trattamento tra gli agricoltori» «Dopo infinite complicazioni, gli agricoltori avevano trovato un accettabile strumento in questa conosciuta ed infinita tempesta covid 19. Una boccata di ossigeno importante – prosegue Upa Siena –  La dotazione era apparsa subito esigua, ma si confidava, si sperava, che in caso di bisogno chi di dovere avrebbe provveduto, con rapidità e lungimiranza. Senza stop and go. Invece no, nulla. Ed allora si dovrà ripartire con il conosciuto iter di “protesta”. Comunicati stampa, condivisone, urgenza, vediamo, verifichiamo ed il tempo passa.  Che dire: ascoltateci, monitorate e ridiamo plafond a questo strumento, davvero utile e tangibile. Per economia di lavoro, e per ridurre i tempi dell’auspicata nuova allocazione, ci permettiamo di suggerire di dirottare parte della dotazioni del fondo “centrale” visto che il settore primario non vi può ricorrere. Per ultimo, ma non per ultimo: non è giusto che ci possano essere differenze di trattamento fra gli agricoltori. Siamo tutti di serie A.  Non è una misura per la quale si può accedere solo se in possesso di peculiari caratteristiche e/o parametri, in un contesto di ordinarietà. Non si tratta di Psr. La crisi è vissuta da tutti, e noi, proprio noi, non possiamo creare ulteriore difficoltà o “concorrenza sleale” al comparto. Ponete, poniamo rimedio. Il messaggio sarebbe devastante e per comprensibile similitudine medesime ansie e preoccupazioni cadrebbero su altre opportunità, come la cassa integrazione in deroga che, come ben sappiamo, ancora galleggia, senza trovare un porto sicuro, per scaricare l’agognato carico di speranza e di viveri».

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