Provincia di Brescia è la capitale della suinicoltura italiana con 1,3 milioni di capi. I numeri dell’Osservatorio delle carni suine di Ersaf

L’Ersaf Lombardia (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) ha pubblicato nei giorni scorsi l’Osservatorio agroalimentare lombardo carni suine 2020 con i dati a consuntivo per il 2019.

Secondo quelli forniti dai Servizi veterinari regionali, lo scorso anno il patrimonio suinicolo della Lombardia ha raggiunto poco più di 4,4 milioni di capi, con un calo del 1,9% rispetto al 2018. Relativamente alla produzione suinicola, la maggiore concentrazione rimane ovviamente nelle zone di pianura con oltre il 90% dei capi allevati, in primis la provincia di Brescia con un aumento dell’1,5% e oltre 1,3 milioni di capi. Seguono Mantova e Cremona dove invece si registrano delle riduzioni rispettivamente di -6,2% e -7,1%.

Sul fronte delle importazioni, sia di carni suine che di prodotti trasformati, nel 2019 si è registrata una flessione del 6,5% in quantità, mentre il valore ha conosciuto un forte rialzo: +13,5%. Le esportazioni sono aumentate del 4,3% in quantità e del 3,1% in valore rispetto al 2018. I principali acquirenti esteri si collocano nei Paesi europei e negli Stati Uniti. Il comparto dei salumi ha dovuto registrare una leggera riduzione in quantità: -0,3%, mentre il valore è cresciuto dell’1,4%. Riguardo il consumo interno di carne suina, sia fresca che salumi, il 2019 si è caratterizzato per una diminuzione pari all’1,2% con un consumo pro-capite pari a 28,7 kg/anno.

Parlando di quotazioni, va detto che soprattutto nel secondo semestre dell’anno il 2019 deve essere ricordato come un anno eccezionale grazie a prezzi che, a partire dal mese di luglio, hanno toccato una media di 1,65euro/kg di peso vivo a fronte di un primo semestre che aveva registrato una media di 1,28euro/kg. L’incremento dei prezzi ha interessato tutte le piazze suinicole mondiali e su quelle europee hanno incassato un incremento di oltre il 20%. In Olanda, Danimarca e Belgio hanno registrato un rialzo di oltre il 26%, a cui seguono la Francia con un +25%; la Germania con +22% e la Spagna con +18%. Infine uno sguardo alla produzione e alle macellazioni che sempre nel 2019, a livello europeo e rispetto all’anno prima, sono diminuite dell’1,2%. Nello specifico, la produzione tedesca ha segnato un calo del 2,7% a fronte di un incremento di quella spagnola pari a un +1,3%. In Francia, Olanda, Belgio e Regno Unito, secondo l’Osservatorio dell’Ersaf, la produzione e le macellazioni sono aumentate, mentre in Danimarca, Polonia e Romania i cali sono stati molto significativi.

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