Suinicoltura. Copagri: Puntare su programmazione e concertazione per tutelare comparto che vale 1,7 mld

ROMA – “Il futuro della suinicoltura nazionale è legato a doppio filo alla definizione di una vera e propria strategia che guardi al medio-lungo periodo e che punti sulla programmazione, privilegiando la strada della concertazione tra tutti gli attori della filiera, con il fine ultimo di andare a tutelare concretamente un comparto che rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello del Made in Italy agroalimentare, con un valore di oltre 1,7 miliardi di euro e migliaia di lavoratori interessati”.

Lo ha sottolineato la Copagri intervenendo all’odierna riunione del Tavolo suinicolo svoltasi al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, convocata e presieduta dal Sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra per avviare un confronto sulle principali problematiche del settore.

“Ragionare in termini di filiera è fondamentale per far sì che i benefici della strategia di lungo periodo vadano a ricadere su tutti gli anelli, a partire dai produttori e passando per i macellatori e i salumifici, che oggi scontano situazioni più critiche anche in relazione ai noti incrementi dei costi di produzione e dell’energia”, ha evidenziato la Copagri, ricordando l’importanza del recente voto in Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo sulla proposta di revisione della Direttiva UE, con il quale è stato per il momento scongiurato il rischio di ulteriori oneri a carico degli allevatori di suini.

“Tra le principali problematiche del settore c’è quella della Peste Suina Africana-PSA, che continua ad avanzare inesorabile e per il cui contrasto sono recentemente entrati in vigore due regolamenti UE che ampliano le zone di restrizione in Liguria e Piemonte”, ha osservato la Confederazione, invitando il governo a rafforzare le misure per l’eradicazione, incrementando i fondi destinati a tale attività, e dando piena disponibilità a collaborare sin da subito con il Commissario straordinario Vincenzo Caputo.

“Anche e soprattutto per queste ragioni – ha continuato la Copagri – ribadiamo la necessità di lavorare a un ‘nuovo patto di filiera’ che coinvolga le istituzioni e gli attori del comparto riuniti nel Tavolo suinicolo, per la cui convocazione, arrivata dopo diverso tempo dall’ultima riunione, ringraziamo il sottosegretario La Pietra; tale intesa, nell’alveo delle recenti normative UE in materia di sostenibilità, deve andare a promuovere un cambio di paradigma che porti a parametrare i volumi produttivi alla capacità di assorbimento del mercato”.

“Promuovere la filiera suinicola è fondamentale, in quanto il nostro Paese è fortemente deficitario di carne suina, con un tasso di autoapprovvigionamento pari al 62% in quantità, e si trova in una posizione in cui esporta 6mila tonnellate a fronte di 80mila tonnellate importate”, ha concluso la Confederazione, spiegando che “solo con un vero cambio di paradigma, accompagnato da un lavoro finalizzato a dare liquidità e ossigeno alle aziende, si potrà promuovere la suinicoltura”.

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