Nuove biotecnologie in agricoltura, SIGA e SIBV sostengono le iniziative parlamentari

PISA – La SIGA (Società Italiana di Genetica Agraria) e la SIBV (Società Italiana di Biologia Vegetale) apprezzano e sostengono le iniziative delle Commissioni Agricoltura di Senato e Camera, che allineano l’Italia alle posizioni che promuovono una revisione legislativa che consenta l’introduzione delle più recenti biotecnologie genetiche anche nell’agricoltura europea, per evitare che essa perda di competitività nel panorama internazionale.

Rispondono così alla presa di posizione di un gruppo di associazioni contrarie all’approvazione di alcuni decreti attualmente in discussione.
Questo il documento firmato da Mario Enrico Pè, presidente Società Italiana di Genetica Agraria, e da Pierdomenico Perata, presidente Società Italiana di Biologia Vegetale

 

Le associazioni da sempre ostili all’uso delle biotecnologie per il miglioramento genetico delle piante hanno emesso, in data 11 gennaio 2021, un comunicato congiunto in cui si afferma:
«L’approvazione dei decreti sulle New Breeding Techniques (NBT) costituirebbe un grave attacco alla nostra filiera agroalimentare, al principio di precauzione, ai diritti dei contadini, nonché la violazione della sentenza della Corte Europea di Giustizia che equipara nuovi e vecchi Ogm»…«Se la Commissione Agricoltura della Camera prenderà la stessa decisione di quella del Senato, Dop, Igp, vini di qualità, produzione biologica, prodotti dei territori, varietà locali e tradizionali potranno essere contaminate da prodotti ottenuti con le nuove tecniche di genome editing (Nbt)».

Premesso che i decreti in discussione non riguardano solo specificatamente le NBT, il comunicato si riferisce al parere favorevole ad alcuni decreti del Governo (n. 208, 211, 212) riguardanti le normative per la produzione di sementi, viti e alberi da frutto, dato il 28 dicembre 2020 dalla Commissione Agricoltura del Senato. Nell’esprimere il proprio parere, la Commissione ha fra l’altro ribadito che essa «invita il Governo ed in particolare il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in coerenza con la risoluzione approvata il 28 luglio 2020 dalla Commissione agricoltura del Senato a conclusione dell’esame dell’affare sulla questione inerente alle nuove biotecnologie in agricoltura, a farsi promotore in sede comunitaria di iniziative per poter disciplinare in maniera diversa OGM e NBT, per tutelare il modello di agricoltura del nostro Paese e al tempo stesso non impedire e anzi sostenere i processi di ricerca e sperimentazione strategici per garantirne prospettiva e sostenibilità».

Le società scientifiche italiane di Scienze della Vita, tra cui le scriventi, hanno già espresso il loro convinto appoggio all’invito della Commissione Agricoltura. Anche le principali associazioni italiane degli agricoltori si sono dichiarate favorevoli all’utilizzo di NBT in agricoltura e a liberarle perciò dalla gabbia legislativa che le relega insieme agli OGM
L’inclusione attuale delle NBT nella regolamentazione OGM europea dipende da legislazioni vecchie di decenni e decisamente obsolete alla luce dei progressi compiuti dalla genetica e dalle biotecnologie. Ciò è confermato anche dal fatto che la Commissione europea ha avviato da mesi una consultazione (Stakeholder consultation on new genomic techniques to contribute to a Commission study requested by the Council), a cui partecipano tutti gli stati membri e tutte le parti interessate, per determinare se e come normare in maniera diversa i prodotti di tali tecnologie, con una revisione della vecchia direttiva 18/2001 che attualmente regolamenta il settore delle modificazioni genetiche tramite DNA ricombinante.

La SIGA e la SIBV apprezzano e sostengono quindi la decisione presa dal Senato e le proposte della Commissione Agricoltura, che allineano l’Italia alle posizioni che promuovono una revisione legislativa che consenta l’introduzione di queste innovazioni anche nell’agricoltura europea, per evitare che essa perda di competitività nel panorama internazionale. È notizia di dicembre che perfino il tradizionalissimo Giappone ha dato il via libera ad una nuova varietà di pomodoro con migliore proprietà per la salute, ottenuta con l’applicazione delle NBT. Uno dei primi atti fatti dal Regno Unito dopo la brexit è stata l’apertura nei confronti delle piante migliorate con le NBT.

Al riguardo, desideriamo anche sottolineare ancora una volta che il Comitato per il Premio Nobel, assegnando nel 2020 il premio per la chimica alle due scienziate che hanno sviluppato le tecnologie di genome editing alla base delle NBT, ha affermato che «utilizzando la tecnologia CRISPR/Cas9 i ricercatori possono modificare il DNA di animali, piante e microorganismi con una precisione estrema. Vi è un enorme potenziale in questa tecnologia genetica, che sarà utile a noi tutti. Non solo ha rivoluzionato la scienza di base, ma ha anche prodotto innovazione per le piante coltivate e permetterà lo sviluppo di nuove, rivoluzionarie terapie mediche».

Rileviamo purtroppo per l’ennesima volta come le associazioni ostili a priori all’impiego in
agricoltura di metodologie di biologia molecolare sbandierino spauracchi inesistenti e si pongano come difensori di un’agricoltura che guarda al passato, che rifiuta l’approccio scientifico, impermeabile a qualsiasi innovazione nella produzione delle colture del futuro. Noi invece siamo convinti che le piante prodotte mediante NBT, e che noi definiamo Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA), saranno un pilastro fondamentale su cui progettare l’agricoltura del futuro. L’Europa sta decidendo se vuole giocare un ruolo nella progettazione di questa nuova agricoltura oppure se lo lascerà fare agli altri.

Noi non ci stancheremo nel promuovere il pensiero razionale e scientifico nell’affrontare tutte le sfide che si stanno presentando in questi tempi e che è l’unico che può fornire gli strumenti per disegnare un futuro sostenibile.

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