Vitellone bianco Igp, la filiera resiste alla pandemia. Il Consorzio: «Andamento positivo»

FIRENZE – «Andamento positivo» nel 2020 per la filiera del vitellone bianco dell’Appennino centrale Igp – carne prodotta dalle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola. E’ la fotografia emersa nel corso del primo consiglio direttivo del Consorzio.

I numeri della filiera

Oltre 17.600 capi bovini certificati, 3180 allevatori, 1079 macellerie, 119 laboratori di lavorazione e 80 operatori commerciali attivi sul territorio. E’ il biglietto da visita della filiera che ha retto all’onda d’urto della pandemia nonostante un calo fisiologico a causa della mancanza del mercato relativo al consumo fuori casa e alla ristorazione scolastica e collettiva.

Nel 2020 i capi bovini certificati sono stati 17.621 contro i 18.194 del 2019 con una flessione del 3,1%  ma è in controtendenza il dato degli allevamenti con 4 nuovi ingressi nella filiera in controllo del Consorzio, mentre si mantengono stabili il numero di laboratori e di operatori commerciali e si registra un lieve calo (-6) sulle macellerie”.

Quello del vitellone bianco è un’Igp, ottenuta nel 1998 e primo marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dall’Ue per l’Italia.

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