Dati Istat agricoltura, Risso (Terra Viva Cisl): passare dalla logica dei sussidi a quella degli investimenti

ROMA – “Nel 2020 la produzione agricola si è ridotta in volume del 3,2%, di pari passo cala sensibilmente anche l’occupazione del -2,3%. Sono dati che sottolineano come il comparto stia attraversando un momento di grande prova, nonostante abbia retto più di altri settori all’urto della pandemia. A preoccuparci in particolar modo è una delle produzioni che qualifica e caratterizza il nostro Paese, quella dell’olio di oliva, che ha subito il maggiore ridimensionamento (-14,5%). Su questa flessione va necessariamente fatto un ragionamento di tutela e rilancio, soprattutto nelle regioni del sud.”

Claudio Risso, Presidente di Terra Viva Cisl, commentando il report ISTAT sull’economia agricola del 2020 prosegue sottolineando: “l’aspetto che ritengo ancora più preoccupante è quello degli investimenti fissi lordi che hanno registrato un brusco ridimensionamento sia in valori correnti (-12,3%), sia in volume (-12,2%). E’ evidente che serve un cambio di paradigma passando dalla logica dei sussidi alla logica degli investimenti, per garantire un vero sviluppo del settore che corrisponda non solo a produttività e reddito ma a tutela ambientale e salute. Nessuna risorsa del PNRR sia investita senza progetti lungimiranti in questo senso.”

Pesanti gli effetti subiti dalle attività secondarie (-20,3%), con picchi preoccupanti nel settore agrituristico che comprende le attività didattiche e sociali (-60,8% in volume e -60,5 in valore). Notevole anche la ricaduta su attività di sistemazione di parchi e giardini (-25% in volume e un  -26,1% in valore) il florovivaismo (-8,4%) e i servizi in supporto all’agricoltura (-4,1%).

“La multifunzionalità dell’agricoltura, la sua diversificazione, è stata sottovalutata dal mondo politico. Sono tutte sfumature che rendono peculiare il settore e vanno considerate in modo più strategico e strutturale” evidenzia Risso.

“L’Agricoltura è un bene prezioso per l’umanità ma, per una lunga serie di motivazioni, è stata sempre sottovalutata, considerata marginale. La sua natura spontanea la fa sembrare un bene acquisito, quasi scontato, cosa molto pericolosa. Questi dati siano da monito per tutti, associazioni di categoria, politica, produttori stessi, perché non c’è tempo da perdere a livello nazionale ed Europeo per investire e rilanciare il settore, rendendolo realmente primario.”

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