ROMA – La legge di Bilancio 2020 ha segnato un cambio di passo importante per le imprese agricole: anche il settore primario può accedere alle agevolazioni, grazie alla trasformazione in crediti di imposta dei precedenti regimi di aiuto del superammortamento e iperammortamento. Un cambio positivo, afferma in una nota il CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali), ma che per funzionare necessita di tecnici che conoscono le peculiarità del mondo agricolo.
Il CONAF è intervenuto avviando un confronto con le istituzioni affinché si apportasse una modifica alla norma attualmente vigente (articolo 1, comma 1062, della legge di bilancio 2021), che limita la redazione della perizia tecnica asseverata esclusivamente a ingegneri o periti industriali iscritti nei rispettivi albi professionali. Tale previsione normativa diviene fortemente limitante se applicata al settore primario ove gli elaborati richiesti necessitano di una profonda conoscenza specialistica del settore agricolo. Da qui la richiesta a tutte le forze politiche di approvare l’emendamento al decreto legge Semplificazioni e Governance del PNRR, avanzato dal deputato Giuseppe L’Abbate, membro della commissione Agricoltura.
Diamanti: «Estensione del credito di imposta al settore primario un’ottima intuizione»
«Riteniamo che l’estensione del credito di imposta al settore primario sia stata un’ottima intuizione del Governo, poiché consente alle imprese agricole di sfruttare importanti agevolazioni utili a stimolare gli investimenti e favorire la transizione digitale – dichiara il presidente CONAF Sabrina Diamanti – Seguiamo con attenzione l’iter dell’emendamento al decreto legge Semplificazioni e Governance, in questi giorni al vaglio delle commissioni, perché allargando la platea dei professionisti abilitati si consentirebbe di avere perizie tecniche realizzate da specialisti con una profonda conoscenza di un settore peculiare com’è quello agricolo. Confidiamo, perciò, nell’unanime approvazione da parte di tutte le forze politiche».
Cosa dice la legge
La norma attualmente vigente consente all’impresa agricola di ottenere un credito che varia in relazione al tipo di bene acquisito e alla data di investimento. Si può passare da un “rimborso” che, per il 2021, è pari al 10% per gli investimenti in beni materiali e immateriali diversi “generici” (diversi da quelli di cui agli allegati A e B della legge n. 232/2016) al 20% per beni immateriali 4.0 (compresi nell’allegato B della legge 232/2016) e sino al 50% per beni materiali 4.0 (compresi nell’allegato A della legge 232/2016). Per accedere ai benefici predetti, le imprese che effettuano investimenti superiori a 300.000 euro in beni (previsti negli allegati A e B) sono tenute ad acquisire una perizia tecnica asseverata attestante che il bene possiede caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui all’allegato A o B, ma soprattutto che è un bene interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.