Dop Cultura è la base della transizione verde italiana. Patuanelli: patrimonio alimentare leva Made in Italy

ROMA – La cultura dei territori rurali è alla base del nuovo riposizionamento verde dell’Italia. E’ quanto emerso a Roma durante la tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Qualivita in cui è stato presentato il nuovo Atlante edito da Treccani.

“I nostri prodotti – ha detto il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli – sono frutto di tradizioni, territori e comunità e sono convinto che questo censimento accurato dei prodotti DOP, IGP e STG rappresenti un punto di riferimento per la conoscenza del nostro patrimonio alimentare che è alla base della promozione delle caratteristiche delle produzioni made in Italy nel mondo e contemporaneamente ne consente la trasmissione nel tempo, tramite l’educazione alimentare rivolta alle nuove generazioni. Queste azioni oggi sono fondamentali per difendere la nostra Dieta Mediterranea dagli attacchi di coloro che promuovono l’omologazione alimentare nel tentativo di imporre un’unica dieta a livello globale. Su questo tema ho sempre assicurato che il ministero si opporrà in tutte le sedi comunitarie e internazionali a ogni possibile azione che possa danneggiare direttamente o indirettamente il nostro sistema agroalimentare”.

Di rilievo il ruolo delle filiere DOP e IGP anche perchè, in linea con le politiche europee del Green Deal e Farm to Fork, fanno della produzione non delocalizzata un driver di crescita e tutela delle comunità: un binomio che associa sviluppo economico attraverso prodotti di qualità con un’attenzione costante alla salvaguardia dei fattori naturali di produzione in grado, grazie ai disciplinari, di preservare ambiente e biodiversità.

“Si può parlare di DOP Cultura nei territori con una forte identità legata alle Indicazioni Geografiche – spiega il direttore di Qualivita Mauro Rosati – e l’analisi che abbiamo portato avanti in questi anni con la Fondazione ci mostra come, in tali contesti, le DOP e le IGP hanno preso parte al consolidamento della cultura civica e del capitale sociale inteso come l’insieme delle reti associative basate sullo sviluppo di norme e relazioni di fiducia nelle comunità”.

“Un contributo prezioso che rappresenta, attraverso la creazione di banche dati storiche, anche una vera e propria forma di tutela del nostro made in Italy – ha detto il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole Gian Marco Centinaio – tanto apprezzato nel mondo e per questo purtroppo anche oggetto di imitazioni e italian sounding. Motivo per cui quanto prima, renderemo operativa al ministero una task force permanente per la sua difesa”.

“Gestire l’offerta sarà la principale scommessa che i produttori e i Consorzi di tutela potranno fare con se stessi e con il mercato – ha aggiunto Paolo De Castro, Presidente Comitato scientifico Qualivita – Con la Politica Agricola Comune appena approvata, che entrerà in vigore nel 2023, l’Unione Europea e l’Italia avranno la possibilità di regolamentare l’offerta di tutti i prodotti agroalimentari a Denominazione di origine e a Indicazione geografica quale estensione di una norma che, finora, permetteva di programmare l’offerta solo per alcune categorie di alimenti come formaggi e salumi”.

A questo si aggiunge il contributo dei Consorzi e delle imprese associate nell’affermare anche i valori legati ai fattori ambientali e paesaggistici, ai saperi e alle tradizioni produttive, all’innovazione del settore e della formazione e all’educazione delle comunità.

 

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