Agrifood nel Mediterraneo: finanziati 17 progetti di ricerca a guida italiana

ROMA – Alla ricerca italiana nel settore agroalimentare e delle risorse idriche nell’area del Mediterraneo sono stati assegnati 13,8 milioni di euro nell’ambito dei bandi 2021 di PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area).

Lo comunicano il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Segretariato Italiano di PRIMA ricordando che nel 2021 il Programma europeo – partito nel 2018 e della durata di 7 anni – finanzia, complessivamente, con 62,5 milioni di euro 41 progetti che coinvolgeranno oltre 400 unità di ricerca.

Anche nel 2021, l’Italia si distingue per la qualità della ricerca e gli ottimi risultati raggiunti: è il Paese con il maggior numero di unità di ricerca coinvolte (83), raccoglie oltre il 22% del budget totale a disposizione per quest’anno, è leader nelle attività di coordinamento guidando 17 progetti (il 40%), ed è presente in oltre due terzi delle progettualità finanziate (33) grazie a consorzi di università, centri di ricerca ed imprese.

Le ottime performance di quest’anno si sommano a quelle registrate nel periodo 2018-2020. In totale, nei quattro anni sono stati finanziati 130 Progetti con la partecipazione italiana (su un totale di 170), di cui 60 direttamente coordinati, raccogliendo in tutto circa 52 milioni di euro su 227 milioni finora erogati dal Programma.

“Per affrontare temi complessi e proporre progetti concreti, sostenibili ed efficaci per le nostre comunità servono sempre di più reti e partenariati internazionali. I risultati dei bandi 2021, che vedono la guida o la partecipazione italiana in gran parte dei consorzi vincitori, dimostrano, da una parte, la grande qualità internazionalmente riconosciuta della ricerca promossa nel nostro Paese e, dall’altra, quanto sia centrale il bacino del Mediterraneo per le attività dell’immediato futuro” ha detto Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca. “Il successo del programma PRIMA sta proprio in questo: mettere a sistema università, enti di ricerca, istituzioni di Paesi europei ed extra UE del bacino del Mediterraneo per sviluppare soluzioni innovative nel settore agro-alimentare che siano a beneficio dell’intera regione euro-mediterranea, un sistema nel quale la ricerca italiana è in prima fila”.

I progetti vincitori, ciascuno con una forte componente di innovazione, sono distribuiti sulle varie aree tematiche previste dal Programma: gestione efficiente delle risorse idriche, dei sistemi agroalimentari, della filiera alimentare e del nesso tra ecosistema, acqua, cibo ed energia.

Propongono, infatti, progetti per la tutela delle comunità rurali e dell’ambiente attraverso soluzioni rispettose dell’ecosistema naturale, idee per una gestione sostenibile del suolo e dell’acqua per combattere il degrado del suolo e la desertificazione, innovazioni negli aspetti organizzativi e lungo la filiera al fine di garantire ai piccoli produttori migliori performance ambientali e socio-economiche, analisi sulle scelte alimentari dei consumatori, gli stili di vita (specialmente dei bambini) al fine di promuovere altresì prodotti sani e sostenibili della dieta mediterranea.

“PRIMA, nel suo quarto anno di attività, si conferma un attore chiave per la promozione della ricerca e innovazione nel Mediterraneo con oltre 60 milioni a disposizione di progettualità concrete su temi chiave quali l’uso sostenibile delle risorse naturali, la valorizzazione delle produzioni tradizionali e la promozione di sistemi agroalimentari sostenibili che sono al centro del dibattito internazionale” dichiara Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA, Barcellona. “Se in qualità di rappresentante italiano sono lieto di vedere come anche nel 2021 l’Italia abbia conseguito ottimi risultati per numero di progetti selezionati, coordinamento e valore complessivo del finanziamento, come presidente della Fondazione PRIMA mi preme sottolineare le rafforzate collaborazioni con attori chiave della regione, il costante allineamento con gli orientamenti strategici europei del Green Deal e il riconosciuto ruolo dell’iniziativa in termini di diplomazia scientifica, nonché il maggior interesse da parte del settore privato”.

Il Programma PRIMA, al suo quarto anno di attuazione, ha un budget di 500 milioni su 7 anni ed è promosso e finanziato congiuntamente dalla Commissione Europea e da 19 Paesi dell’area Euro-Med, 11 membri dell’UE e 8 non-EU. Ogni progetto prevede la partecipazione di almeno un ente di ricerca della costa Sud del Mediterraneo, a testimonianza del ruolo di tale Programma europeo anche in chiave di diplomazia scientifica, ed è soggetto a due stadi di valutazione condotti da parte di esperti indipendenti secondo le regole di Horizon Europe.

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