‘Prosek? Perdere la battaglia vorrebbe dire legittimare l’italian sounding’. E su Peste suina: ‘Potevamo prevenirla’. Intervista a Gianpaolo Vallardi, presidente ComAgri Senato

ROMA – Crisi peste suina, battaglia made in Italy in Europa, ma anche uno sguardo al futuro dell’irrigazione dei campi.

Il presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Gianpaolo Vallardi, – ad agricultura.it – mette sul piatto i primi obiettivi da raggiungere nel nuovo anno.

Partiamo da una fotografia: l’agricoltura italiana come sta?

“Lasciamo un 2021 non facile per tanti motivi, primo tra tutti il clima che non ci aiuta, pensiamo alla vendemmia compromessa dalla siccità. Tuttavia io sono ottimista, d’altronde sono un imprenditore. A livello di qualità non abbiamo rivali nel mondo, su tutti i fronti. Dobbiamo invece avere più peso in Europa e se ancora non ci sentiamo forti non è colpa del sistema comunitario, dove invece la nostra presenza c’è e si fa sentire, ma perché non abbiamo una linea comune nelle nostre aule: è fondamentale nei prossimi mesi andare in una direzione politicamente condivisa da tutti per raggiungere i diversi obiettivi”.

Primo tra tutti: Prosek-Prosecco, una battaglia infinita.

“Entro febbraio l’UE si pronuncerà a proposito. Io sono ottimista, dall’ultimo incontro a Strasburgo in dicembre ho avuto una sensazione a favore nostro, ma non sta a noi purtroppo stabilire il verdetto. Di certo perdere questa battaglia significherebbe legittimare il fenomeno dell’Italian Sounding a livello mondiale, ovvero un danno di immagine, ma soprattutto economico per la nostra agricoltura. Sono fiducioso”.

C’è poi l’incombenza della peste suina, un problema che lei già qualche mese fa aveva già fatto presente in Senato.

“Non mi hanno ascoltato. Era vicina a noi, potevamo prevenirla. Adesso dobbiamo occuparcene in maniera diretta e non è facile per le nostre imprese dover abbattere capi già contagiati. Sì, il Ministro Patuanelli è già intervenuto con misure di risarcimento previste per gli allevatori che ne saranno colpiti, ma non basta, non dobbiamo arrivare a questi punti perché ne va delle nostre aziende, che perdono i capi, di conseguenza il mercato e poi rischiano la chiusura. Faremo il possibile per essere al fianco delle imprese colpite, ma serve in futuro un piano di prevenzione a questo tipo di pericoli”.

Nutriscore: lei è stato contrario fin dall’inizio, cosa ci dobbiamo aspettare?

“Una cosa ridicola, l’ho detto fin dall’inizio. Il consumatore non ha bisogno di essere attratto da un semaforo per giudicare un prodotto. In Europa siamo i leader in marchi di qualità e questo dovrebbe bastare a fare selezione. Secondo il nutriscore penalizziamo prodotti di eccellenza come Prosciutto di Parma, Extravergine d’Oliva, mentre bevande come la Coca Cola avrebbero il bollino verde: mi spiegate il senso logico di questo intervento? Ribadisco: una cosa ridicola e oltretutto offensiva nei confronti dell’agricoltura di qualità”.

Il futuro dell’agricoltura sta anche nell’acqua.

“Eccome. E’ una delle mie battaglie personali a livello politico. Per fare agricoltura di qualità serve acqua, ma non quando arriva dal cielo. Dobbiamo investire in progetti di realizzazione di opere idriche a sostegno dell’agricoltura. Per farlo possiamo utilizzare i fondi del Pnrr, ma con delle deroghe governative: i soldi a disposizione vanno spesi entro tre anni e con le procedure di appalto che abbiamo nel nostro sistema perderemmo queste risorse fondamentali. Qui Draghi deve aiutarci a snellire questo assetto”

Un altro tema che le sta a cuore è quello dei danni da fauna selvatica.

“Talmente a cuore che siamo riusciti a far passare il disegno di legge (gli unici che si sono astenuti sono stati i Cinque Stelle). Peccato poi che ancora la politica sia soggetta a compromessi e che i pochi animalisti al Governo stiano frenando un provvedimento che non solo farebbe risparmiare allo Stato centinaia di milioni di euro all’anno in risarcimenti, ma soprattutto solleverebbe gli agricoltori da problematiche che vanno oltre al danno materiale degli animali selvatici”.

Per finire Senatore Vallardi, il Ddl sull’agricoltore custode a che punto è?

“Un progetto in cui credo, che come noto abbiamo presentato grazie anche al sostegno del Sottosegretario Centinaio e che il presidente Draghi ha preso in consegna con un sentimento positivo. Conto che entro il primo semestre di quest’anno possa essere votato, quindi che si possa dare entro l’anno vita a questo provvedimento che in realtà darebbe agli agricoltori la legittimità che già hanno per natura: essere controllori e manutentori dell’ambiente”.

 

 

 

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