Prezzi alle stelle: Ismea da Fieragricola lancia l’allarme approvvigionamento. Risponde la Fao puntando all’autonomia energetica

VERONA – «In questa fase di incertezza le imprese agricole devono diversificare le produzioni e le imprese di trasformazione diversificare le fonti di approvvigionamento, perché la soluzione dellacquisto di materie prime nel breve periodo può mettere in difficol le aziende. Serve maggiore trasparenza dei mercati e rafforzare le filiere nazionali,
cogliendo questa fase di tensione dei prezzi per ipotizzare nuove soluzioni operative».
Sono queste le indicazioni che il prof. Angelo Frascarelli, presidente di Ismea ed economista agrario, consegna alla platea di Fieragricola di Verona (25marzo) per fronteggiare un 2022
allinsegna della volatilità, nellambito del convegno «I mercati agricoli nel 2022: previsioni, attese e strategie».

Il boom dei prezzi delle materie prime, secondo i dati di Ismea, su tutti cereali (mais passato da 170 a 287 €/tonnellata, grano duro da 280 a 522 €/ton, grano tenero da 186 a 307 €/ton, orzo da 159 a 295 €/ton) e semi oleosi (soia da 357 a 627 €/ton, farina di soia da 320 a 549 €/ton, farina di girasole da 161 a 281 €/ton) stanno mettendo sotto pressione le catene di approvvigionamento a livello mondiale, con la previsione per buona parte del 2022 che i listini si mantengano su livelli alti. A tutto ciò si aggiungono le tensioni sui prezzi del gas, del petrolio e dellenergia, partita già da alcuni mesi e acuita con la guerra scatenata dallinvasione fra Russia e Ucraina.

«Lagricoltura ha davanti a sé tre sfide enormi ha dichiarato al convegno di Fieragricola
Maurizio Martina, vicedirettore aggiunto della Fao e già ministro delle Politiche agricole . La
pandemia, i cambiamenti climatici e il conflitto che si è aperto fra Russia e Ucraina». Per
lEuropa sarebbe assolutamente necessario impostare un piano di autonomia strategica,
perché Russia e Ucraina sono player fondamentali dei mercati agricoli globali: insieme
rappresentano il 30% del commercio di grano, il 32% dellorzo, il 50% del volume totale dei
semi oleosi, il 18% dei volumi totali del mais».

Lautonomia strategia per lEuropa. Di autonomia strategica il Consiglio europeo, ricorda
Martina, «ne sta parlando dal 2020, come conseguenza della crisi pandemica; oggi il
contesto è cambiato dal punto di vista strutturale, dobbiamo pensare al cambiamento
climatico e alla questione ambientale non più come una variante temporanea, ma
strutturale e con la crisi ucraina il tema dell’autonomia strategica deve riguardare sia
l’agroalimentare che l’energia, senza per questo condannare a priori la globalizzazione,
perché gli scambi internazionali hanno contribuito in questi anni a far uscire dalla povertà
milioni di persone».

Tensioni in vista dopo la guerra in Ucraina? «Lagricoltura è linfrastruttura economico
sociale più importante e decisiva, perché coinvolge 4 miliardi e mezzo di persone, che
lavorano e vivono attraverso la loro partecipazione ai sistemi agroalimentari puntualizza
Martina . Il Covid e la crisi climatica hanno portato nellinsicurezza alimentare 161 milioni di
persone in pochissimo tempo, che si aggiungono agli oltre 800 milioni di persone che
soffrono la fame. Ora linstabilità geopolitica fra Russia e Ucraina potrebbe generare altre
tensioni».

Martina ricorda bene le rivolte del 20072008 nel Nord Africa, scatenate per i rialzi dei prezzi
del grano e del pane. «Paesi come lEgitto acquistano una buona parte del grano da Ucraina
e Russia, dove acquisteranno in futuro? con quali conseguenze».
La domanda cinese e i cambiamenti climatici. I rialzi sui prezzi, in particolare per il mais, sono stati generati dallimport crescente della Cina, che detiene precisa il prof. Frascarelli il 65% delle scorte mondiali. Ma altre tensioni dei listini coinvolgono soia, frumento tenero e frumento duro, con prevedibili rincari su pane, pasta, prodotti da forno. «In questa fase a soffrire maggiormente sono le filiere zootecniche ha spiegato il presidente di Ismea in quanto i costi di produzione tra energia, mezzi tecnici, trasporti, razione alimentare sono cresciuti, comprimendo così la redditività dei produttori, in particolare di latte e di suini».

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