Energia. Copagri, bene DL su rinnovabili, ma non risolve il problema dei costi energetici

ROMA – “Esprimiamo parziale soddisfazione per i contenuti del cosiddetto ‘DL Energia’, che auspichiamo possa contribuire a promuovere le rinnovabili e contenere gli aumenti delle tariffe dell’energie elettrica e del gas naturale; non nascondiamo però le nostre perplessità per l’esiguità dei fondi a tal fine stanziati, i quali a nostro avviso non consentono di intervenire efficacemente per compensare i maggiori costi energetici cui devono far fronte i produttori agricoli”. Lo afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina a proposito del Ddl di conversione del DL 17/2022, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas, per lo sviluppo delle rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali, all’esame delle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera.

“Riteniamo, infatti, che il mero annullamento degli oneri di sistema non sia sufficiente a coprire i gravosi incrementi delle tariffe energetiche, che vanno a sommarsi agli aumenti dei costi dei fattori di produzione e alle ataviche problematiche che frenano lo sviluppo dell’agricoltura, colpendo in particolare comparti quali la zootecnia da latte e da carne e il florovivaismo”, aggiunge il presidente di Copagri.

“Vanno invece nella direzione da noi indicata gli interventi per la semplificazione dell’installazione di impianti a fonti rinnovabili, con particolare riferimento al fotovoltaico sui tetti, del quale fino a oggi è stata sfruttata una quota molto marginale, così come le disposizioni per la promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili, per cui viene previsto un credito d’imposta a favore delle imprese che effettuano investimenti nel Mezzogiorno; quest’ultimo contributo straordinario, riconosciuto alle imprese energivore sotto forma di credito di imposta pari al 20% delle spese sostenute, andrebbe esteso anche alle imprese agricole e agroalimentari, con particolare riferimento a quelle del settore florovivaistico, dell’essiccazione di cereali e foraggi, agli allevamenti e alle imprese di trasformazione”, suggerisce Verrascina.

“Segnaliamo, infine, una potenziale criticità legata al fatto che il testo considera in maniera uniforme delle fattispecie diverse di energie rinnovabili, equiparando ad esempio i pannelli fotovoltaici a copertura dei terreni agricoli con quelli per l’agrovoltaico, che hanno posizioni diverse e consentono un miglior utilizzo della SAU; in tal senso, è di fondamentale importanza intervenire per incentivare le sole forme di fotovoltaico che riducono al minimo il consumo di suolo coltivabile e per evitare fenomeni di frammentazione aziendale, coniugando le esigenze proprie dell’agricoltura con quelle dell’energia”, conclude il presidente.

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