Sicurezza alimentare europea. Forza Italia: ripensare le strategie nazionali. Proposte presentate a Bruxelles

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BRUXELLES – Necessario interrogarsi e ripensare le strategie nazionali ed Europee con uno sguardo strategico rispetto alla evoluzione del nostro mondo globale.

A sottolinearlo è Forza Italia che oggi al Parlamento Europeo presenta le proposte della delegazione italiana del PPE e di Forza Italia per la sicurezza alimentare europea.

Un documento presentato dal Coordinatore Nazionale di Forza Italia e Vice Presidente del Partito Popolare Europeo (PPE) Antonio Tajani, insieme al responsabile nazionale dei Dipartimenti di Forza Italia, On. Alessandro Cattaneo, al responsabile del Dipartimento Agricoltura, On. Raffaele Nevi, ai membri della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento Europeo, On. Herbert Dorfmann e On. Salvatore De Meo e a tutti i membri della delegazione italiana del PPE.

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Le proposte di Forza Italia per la sicurezza alimentare europea – Il nostro piano “Re Food EU”

Forza Italia ritiene che in questo momento storico sia necessario interrogarsi e ripensare le strategie nazionali ed Europee con uno sguardo strategico rispetto alla evoluzione del nostro mondo globale.

Vogliamo tornare a pensare alle prossime generazioni. La politica deve tornare a progettare il futuro, non dedicarsi solo alla ordinaria amministrazione o peggio ad inseguire le mode del momento, spesso frutto dei vizi o dei capricci di ristrette Elite mondiali.

Molti osservatori, in questi giorni, teorizzano la fine del libero mercato e della globalizzazione, noi invece crediamo nel libero mercato e anzi, proprio perché lo conosciamo e non ci spaventa, abbiamo la necessità di affinare le strategie pubbliche affinché ci possa essere maggiore stabilità economica e quindi sociale.

Dobbiamo però non solo fare astratte teorie ma dobbiamo scendere a ragionare partendo dal presupposto che siamo inseriti nel contesto mondiale in cui gli scenari demografici rischiano di incidere profondamente sulle dinamiche geopolitiche, economiche e sociali.

Siamo convinti che per avere la pace occorre investire non solo in spese militari ma in energia e nella produzione di cibo. Siamo consapevoli che questa sarà una delle sfide più significative, insieme alla questione della difesa comune, della autosufficienza energetica e della sostenibilità ambientale, dei prossimi 50 anni.

Soprattutto alla luce della crescita della popolazione di ulteriori due miliardi di persone da oggi al 2050 dobbiamo essere molto attenti. I trend produttivi ci dicono che non sarà facile e si sa che la carenza di cibo può scatenare migrazioni (soprattutto dai paesi più poveri, Africa in primis) e guerre.

Alla luce di ciò siamo qui per chiedere alla nostra famiglia politica del PPE di avviare una riflessione più approfondita all’interno delle Istituzioni europee per fare in modo che non accada mai più che l’Europa possa trovarsi in difficoltà perché non ha avuto una visione strategica di lungo periodo o peggio ha, magari per fare scelte solo mirate a salvaguardare la sostenibilità ambientale del nostro continente, deciso di smettere di produrre e limitarsi a importare materie prime fondamentali che sono alla base della catena alimentare.

Superfluo specificare che per produrre carne, latte, uova, formaggi, pane, pasta, dolci, e tanti altri fondamentali cibi, abbiamo bisogno di materie prime come grano, orzo, soia, mais, girasole, etc. In questa ottica occorre leggere la recente scelta della Cina di investire in nuove misure per aumentare la produzione agricola, per arrivare a garantire al Paese una autosufficienza di base sulle principali materie prime come cereali e soia. Stessa cosa ha fatto la Russia forse anche per preparare la guerra che Putin oggi combatte non solo con i carri armati ma anche con gas e grano.

Alla luce di questo scenario che la Guerra in Ucraina ci fa oggi apparire più chiaro siamo qui per porre ufficialmente alla Commissione europea il tema della necessità di darsi l’obiettivo strategico della autosufficienza alimentare.

Per conseguire questo obiettivo abbiamo individuato una serie di proposte concrete per il breve termine e alcune proposte per il lungo termine. Servono misure immediate per tamponare lo spaventoso aumento dei costi di produzione delle imprese che potrebbero avere due effetti dirompenti:
a) aumento prezzi e quindi inflazione e povertà

b) chiusura di molte imprese agricole e zootecniche

Tra le misure che chiediamo immediatamente:

1) andare oltre i 500 milioni di fondi della riserva di crisi della PAC già annunciati dal commissario alla Agricoltura anche attraverso un recover plan alimentare che possa essere immediatamente destinato ad aumentare la produzione incrementando gli aiuti ad ettaro concessi agli agricoltori.

2) rimandare l’attuazione della PAC e aumentare i fondi per aiuti accoppiati per garantire maggiore produzione di materie prime di cui siamo carenti.

3) Rinvio della attuazione del piano Farm to Fork per evitare inasprimento di regole che limitano uso antiparassitari e superfici a riposo che rischiano di diminuire drasticamente la produzione.

4) Sospendere attuazione della direttiva Nitrati anche attraverso la sospensione delle procedure di infrazione spingendo gli stati membri a indagare meglio le cause di inquinamento da Nitrati. Al tempo stesso incentivare al massimo la riutilizzazione dei fertilizzanti di origine natural (digestato) in sostituzione di quelli di origine chimica.

5) Accelerazione immediata del riconoscimento legislativo della diversità delle TEA (tecnologie di evoluzione assistita) dai vecchi OGM. Occorre immediatamente avere un nuovo quadro giuridico per passare rapidamente alla sperimentazione in campo di nuovi varietà vegetali caratterizzate da maggiore resistenza ai patogeni e ai cambiamenti
climatici. Siamo dell’idea che solo la ricerca scientifica possa contribuire in modo determinante alla riduzione dei pesticidi in agricoltura, senza provocare una drastica riduzione delle produzioni.

6) Sanzionare immediatamente i paesi della UE che tendono a costruire norme protezionistiche. Noi crediamo nella necessità di una piena attuazione della integrazione europea. Anzi chiediamo la definizione di stoccaggi europei per le materie prime agricole che possano costituire una riserva solidaristica per quei Paesi comunitari che si trovassero a
fronteggiare difficoltà improvvise.

7) Recuperare tutti i soldi non spesi dai singoli paesi sullo sviluppo rurale e riversarli immediatamente agli agricoltori.

8) Attivare meccanismi di ingegneria finanziaria con il sistema bancario per sostenere le filiere più strategiche favorendo sempre maggiore integrazione tra agricoltura e industria di trasformazione

Tra le misure che chiediamo a medio lungo termine:

1) definizione di un piano strategico per l’autosufficienza alimentare da parte della Commissione Europea

2) definizione di un recovery plan alimentare che incrementi i fondi per infrastrutture idriche, digitali, di stoccaggio, e che ci consenta di sviluppare una piattaforma blockchain europea.

3) definizione di un sistema di etichettatura sempre più trasparente e che comunichi anche una dieta equilibrata, sulla base del modello della dieta mediterranea, senza cedere a etichette a semaforo del tipo Nutriscore.

 

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